Fresco fresco di udienza alla scuola di mio figlio. Mi fa riflettere una affermazione di una insegnante relativamente al profitto degli studenti: alcuni bene, altri meno; i compiti di una studentessa sembrano un libro stampato!

Capisco che uno studente che è bravo ti gratifichi in quanto conferma il tuo valore di insegnante: è bravo lui, sono bravo io.

Una gratificazione non da poco nel clima che circonda la scuola al giorno d’oggi (per inciso, mio figlio, ….è molto critico [nei suoi confronti] e ciò è antipatico. Concordo e sottoporrò il giovane ad adeguato trattamento “terapeutico”).

Ma, mi domando, se uno studente scrive “come un libro stampato” cosa avrà veramente capito? Cosa ci sarà di suo in quel che ha scritto? Cosa sarà in grado di fare con quello che ha, in questo modo, imparato?

Mi rincuoro ri-citando Jonassen: …. sarà anche possibile far si che egli studenti apprendano cosa noi vogliamo, ma in futuro ricorderanno ed useranno solo ciò che per loro ha un senso.

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4 pensiero su “… come un libro stampato”
  1. Ah, Gianni,
    tu rincuori molto me!
    per certi Distinto e Ottimo che vedo elargire da alcuni colleghi, verso ragazzi che anch’io “sono costretta” a valutare:-)
    E non con D e O 🙁 Ahimé ?
    Certo che … un po’ in crisi mi mette! Tuttavia, nooo ma non ci penso nemmeno ad “accontentarmi”!

  2. Gio,…si capisce che non sei una che si accontenta … E fai bene

  3. grande Jonassen.
    quell’uomo ha del cervello.
    da dove è tratta la citazione?

    grazie!
    un saluto

    Antonio

  4. dal suo ultimo libro “Learning with Technologies” pagina 6. Dati bibliografici completi nella mia libreria aNobii

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