Rosaria Gasparro, un nome da tenere bene a mente, una maestra elementare di grande valore, “vittima” di un apocrifo virale diventato un plagio e che attraverso ripetuti e maldestri ruba-e-incolla ha portato ad attribuire a Pasolini un suo scritto di mesi fa (gennaio, nel giorno del mio compleanno!) sul valore della sconfitta.
Ricopio qui il testo originario e un lungo commento che Rosaria ha fatto in un mio rilancio del testo …pasoliniano
Questa la citazione di Pasolini che Rosaria aveva inserito nel post originario
Il commento di Rosaria che rende ancor di più il significato e la portata pedagogica dell’attenzione alle dinamiche della sconfitta e al loro influsso sulla costruzione della personalità:
Una riflessione sulla sconfitta come possibilità da esplorare, per sdoganarla dalla negatività dell’accezione e agirla nella sua doppia dimensione di formazione e di liberazione dall’ossessione del successo e dalla sindrome del migliore. Un carico insopportabile che produce ansie, frustrazioni, presunzioni, individualismi, competizione. Solitudini.
Come maestra conosco il potere dell’errore, la sua carica creativa e il ridimensionamento di ogni delirio d’onnipotenza. Lavorare sulla dimensione della fallibilità, in un mondo assillato dalla perfezione e dalla vittoria, ci permette d’ imparare l’umanissima arte del perdere e paradossalmente ci rende meno vulnerabili nella nostra ricerca di vita. Perché ogni giorno perdiamo qualcosa, ma sarebbe terribile perdere sé stessi, perdere la relazione con la vita, degradarla nel considerarla una partita dove si vince o si perde.Per chiudere la mia riflessione citavo un pensiero di Pasolini. Ed è stato subito un copia e incolla compulsivo. Un rubi e fuggi in cui sono sparite le virgolette e le persone “nessune”. Sono scomparsa io e il tutto è stato attribuito a Pasolini. Divertente. In genere il plagio è al contrario. È così che è nato un apocrifo che è diventato virale. Ho provato a contattare i siti, le pagine Facebook, i blogger (qualcuno ne ha fatto il suo articolo), i giornalisti e gli studiosi di Pasolini (sic!) per segnalare il falso. Senza successo. Sono grata a Lucia Senesi per il suo contributo di luce. D’altronde basta leggere Pasolini e chiedersi come mai prima del 23 gennaio 2014 in rete non ci fosse questa piccola riflessione. D’altronde di sconfitta parlavo e del valore sotteso di sentirsi nessuno, e questo è quanto è accaduto.
Dopo averlo commentato come fosse un testo di Pasolini (tutto sommato, credibile come pasoliniano) lo ho letto e riletto sapendolo scritto da una maestra, da una grande maestra, e lo ho trovato di grande e rara potenza educativa.
Lavorare sulla sconfitta, ma anche sulla non ricerca della vittoria, del successo, è un’operazione di grande umanità a cui tutte le persone dovrebbero essere sensibilizzate. Avremo persone migliori, più vere, più vive, più felici.
Ne farei tema di un percorso didattico e inserirei la gestione della sconfitta tra le skill life riservandole un posto d’onore nella nuove competenze chiave di cittadinanza (scusatemi questa chiusura decisamente prosaica e volgare che ci riporta all’arida meccanica dell’apprendimento ministerializzato).