Anche quest’anno viene presentato il rapporto sulla diffusione dell’e-learning in Italia.

Nella mattinata si erano sentite voci che anticipavano le novità più succose. ” Ne sentiremo di belle nel pomeriggio” aveva profeticamente detto Chianese. Non potevamo immaginare tanto.

In apertura, Ridolfi CNIPA, afferma che “ ….pur con tutte le difficoltà e le inadeguatezze che dimostra l’e-learning…” bisogna avere fiducia i questo approccio …..

Liscia, vice presidente AITech-Assinform (Confindustria) fornisce una gran messe di dati (di prossima pubblicazione da Apogeo) che, in sintesi indicano (salvo diversamente indicato, i dati si riferiscono al 2005 ed al 2006; il dato unico è riferito alle proiezioni 2006):

l’investimento in e-learning sul totale dalle formazione passa, per le aziende, dal 16% al 17%

il comparto fattura, complessivamente, il 12,7%

la maggior parte è fatta dalle aziende; poco nella PA e nella scuola ed università,

il 77% del fatturato è esternalizzato in forma di servizi e prodotti;

il comparto vale 412 milioni di €

suddiviso in: 41,5% sviluppo contenuti, 22,7% servizi, 17,1% tecnologie, 18,7% per consulenze

come trend, cala il fatturato interno ai grandi gruppi e quello fatto dalle società di formazione (che, comunque, detengono la quota maggiore del mercato, circa il 40%); aumenta il fatturato delle società di consulenza e dei fornitori dei servizi ICT e software

Un quadro, tendenzialmente roseo.

I dati forniti (qui quelli che secondo me sono i più significativi) vanno a toccare le variabili di interesse, per il fenomeno, da parte delle aziende fornitrici di servizi, quindi, offrono uno spaccato decisamente parziale. Fortunatamente, a completare il quadro vengono le analisi “qualitative” degli altri intervenuti e dei partecipanti alla tavola rotonda che segue la presentazione vera a propria.

Dati, apparentemente, che fotografano una realtà florida, ma, infatti, i successivi interventi, più centrati su considerazioni qualitative, consentono di ricostruire uno scenario un po’ diverso e, come è la realtà, fatto di luci ed ombre ma con tematiche che ricorrono con una certa insistenza. Vediamole.

Shaerf, CNIPA afferma che “…prima di passare a considerazioni pessimistiche sull’ e-learning nel 2005 ..” va rilevato che si percepisce, in modo netto, un momento di stanchezza. In alcune realtà, l’e-learning si usa, ma ha perso lo smalto. Si era partiti con fiducia e speranze che, purtroppo, non hanno preso corpo. Forse, si dovrebbero usare metodologie più accattivanti.

Un dato: 2004 – 2005, utenti da 26.000 a 22.000 per investimenti che passano nello stesso periodo da 4,6 milioni di € a 5,1. Diminuiscono gli utenti, aumentano i costi; non si sa come vada la qualità.

Colorni, METID Politecnico Milano , fotografa la realtà della scuola e dell’ università. “La notizia è che non c’è notizia”, afferma.

Si fa, avanza ma non sfonda (l’e-learning, ovviamente) . Si nota più interesse a lavorare, in senso ampio, con le tecnologie che a fare e-learning in senso proprio. In generale, aumentano gli scettici. Nell’università si nota stanchezza, diminuzione quantitativa, ma qualcosa si muove. Cresce molto l’uso delle tecnologie nel supporto alla didattica, meno nell’e-learning. Questo, perché non vi è riconoscimento dell’ impegno didattico correlato (e-learning, nuovo territorio per il volontariato?). Tendenza: integrazione del learning con l’e-learning ed uso degli emerging tools (blog, wiki, ….).

Il vero contesto dell’e-learning si chiarisce, forse, quando, (per stanchezza?) Liscia afferma che sono evidenti processi di non accettazione dell’e-learning tradizionale, considerati gli alti tassi di abbandono “…. che conosciamo…”

Altre “chicche” nel post che relazione sulla tavola rotonda che è seguita.

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2 pensiero su “TED3: osservatorio 2006 sull’e-learning in Italy”
  1. stavo leggendo il suo blog e volevo sapere se è disponibile su internet qualche dato sul mercato americano dell’e-Learning, visto che l’Osservatorio Anee-Assinform del 2005 nel capitolo sullo scenario universitario non si sogna di fare nemmeno un numero, analizzando solamente molti case studies di diverse università… c’è possibilità di sapere anche solo alcuni dati di massima senza pagare 495 dolari a IDC? 🙂

    Luca

  2. Non ho notizia di dati aggregati. Di tento in tanto si legge qualcosa in un paper. Un paio di questi, un po’ vecchiotti, li ho citati nel mi paper “oltre l’e-learning” Sviluppo & Organizzazione, n. 200. Scaricabile,anche del mio sito area pubblicazioni. Niente di sistematico se non il rapporto che citi (e che non ho acquistato)

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