Con questa fantastica battuta di Mario Rotta (non l’ho sentita con le mie orecchie ma mi è stata riportata da una collega più che affidabile) ritorno sul tema delle così dette “piattaforme” per la formazione chiamate, anche, LMS (Learning Management System) per i puristi della tecnologia o VLE (Virtual Learning Environment) per chi ha un orientamento più “pedagogico”.

Non so chi sia fuori dalla realtà (forse lo sono io), ma ci si accanisce ancora a difendere questi strumenti come fossero il meglio che la tecnologia mette, oggi, a disposizione di chi ha a che fare con i processi di apprendimento e vuole arricchirli, differenziarli o migliorarli con le tecnologie.

Non nego una certa utilità delle “piattaforme”; io stesso dopo aver usato in un “lontano” passato Lotus Learning Space e, più recentemente, ILIAS, sto trovando molto vicina alla mia forma mentale (chiamiamola così) MOODLE, soprattutto per i suoi moduli delle “attività”. Alcuni esempi in http://e-lerarntools.provinz.bz/moodle) ma affermare che tutto inizia e tutto finisce con una piattaforma, è, per me, privo di senso.

Dove li mettiamo i blog ed i wiki (tanto per restare nel classico)? Sono certamente queste le più significative innovazioni della tecnologia per la didattica.

Dove mettiamo tutto quanto va sotto il nome di “social software” (interessante rassegna di strumenti nel blog di Gigi Cogo in http://webeconoscenza.blogspot.com)? Dove mettiamo il social bookmark e le folksonomie (ho seguito con interesse alcuni interventi di Corrado Petrucco di cui non ho qui ora alcun link da citare su queste ed altre ultime frontiere della tecnologia per la didattica)?

E, per finire, dove mettiamo tutta la questione dell’approccio PLE, Personal Learning Environment? Ne parlano molto, ad esempio, in UK Oleg Liber e Scott Wilson.

Dico tutto questo perchè c’è chi considera uno spreco di risorse spendere in tante e diversificate tecnologie piuttosto che concentrasi nello sviluppo di una ….. piattaforma!!!

Anche qui non cito la fonte.

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