Davvero interessante la presentazione di Richard Straub boss IBM per l’area SMEA sul presente e l’immediato futuro delle competenze richieste dalle aziende nel “flat world” (il mondo dell’integrazione globale e dell’interconnessione) e sul tipo di “conoscenza” richiesto soprattutto ai profili medio alti.
Nel suo intervento ritornano con frequenza concetti quali: collaborazione, networking, peer-learning, creazione di conoscenza in un ambiente collaborativo, partecipazione “multi-community”, condivisione e disseminazione di conoscenze ….
Straub si domanda se in questo contesto le applicazioni del web2 siano la risposta ai nuovi bisogni ed alle nuove condizioni della formazione considerando che le caratteristiche principali di quelle applicazioni sono di connettere le persone, di potenziare la collaborazione e la costruzione di conoscenza.
Nella sequenza evolutiva delle applicazioni web forse si può trovare la risposta:
– Nell’era dell’web, sono state le informazioni ad essere connesse;
– Con le applicazioni del social web: sono le persone a connettersi
– Con quelle del semantic web si connettono le conoscenze
– Con quelle dell’intelligent web ci si connette per la collaborazione, la condivisione e la creazione di conoscenza, cioè per l’innovazione;
– Con il (futuro) metaweb a connettersi saranno le intelligenze
Ciò che appare all’orizzonte è il “bottom up learning”, una forma democratica, partecipata, dal basso, con una struttura “piatta”.
Cosa altro non sono fenomeni quali eTube, Second Life, blog, wiki? Ambienti costruiti dagli utenti stessi ….
Gli usi “spontanei” della tecnologia di cui sopra dovrebbero invitare chi si occupa di learning a creare adeguati ambenti tecnologici guidati dalla pedagogia.
Un pensiero ampiamente (e modestamente) da condividere pienamente
Sul “flat world” è certamente interessante il libro di Thomas Friedman “The World is Flat”.