Volendo usare una immagine grafica per rappresentare un contesto ed un uso appropriato delle tecnologie, preferisco quella di un pioniere (qui, una presa dalla raccolta di Clip Art di Microsoft).

Innanzitutto, perché un pioniere nel suo essere un esploratore, non ha una strada tracciata da seguire ma una meta da raggiungere e deve trovare da se, per tentativi ed errori, la strada, o le strade che lo porterà alla meta.

Il territorio da attraversare è largamente inesplorato, pieno di insidie, con mappe approssimative.

Il piccone è uno strumento che lo aiuterà a scavare, quando necessario, ma sarà lui, il pioniere-esploratore, a decidere quando usarlo e perché usarlo.

Sarà lui ad usare il piccone, non il piccone ad usare lui. Dovrà avere la forza per usarlo. Dovrà fare un duro lavoro per ottenere risultati perché il terreno non sarà tanto friabile; sarà, per contro, molto compatto e pieno di sassi.
Dovrà scavare in un ambiente ostile, molto freddo d’inverno ed afoso d’estate.
Se proprio vogliamo aggiungerci un po di libro Cuore e commuoverci tutti, potremo dire l’acqua per dissetarsi sarà scarsa, che ci saranno scorpioni e serpenti in agguato … e via con le analogie .

Un duro lavoro, davvero, per il nostro insegnante-pioniere-esploratore . Ma questa è la dura realtà. Nessuna macchina automatica a rendergli leggero il lavoro.

Diversamente, ce ne stiamo tutti comodi in panciolle davanti alla TV a smanettare con il telecomando e facciamo altro.

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Un pensiero su “Insegnamento, un duro mestiere”
  1. Il mestiere di insegnante: duro, povero… ma bello (vedi il mio post del lunedì 16 aprile 2007) – buona vita!

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