Plenaria finale, alle 13 con 1/10 di quanti erano partiti. Normale.

Tema: come i sistemi virtuali hanno impatto sulle istituzioni educative.

Nicholas H. Allen Preside onorario dell’Università del Maryland. Tema: Web 2, promessa o minaccia?
All’università l’85% degli studenti segue la modalità a distanza ed on-line.

Un intervento molte conservatore e prudente. Allen rileva i cambiamenti in atto legati agli usi del web 2.0 ed afferma che con questi ci si deve misurare: Dimostra, però, tanta, tanta prudenza. Forse sarà perché è suo convincimento che le istituzioni non siano ancora pronte. Ad ogni buon conto, molti paletti e, per salvaguardare il ruolo dell’accademia, ritiene che, nel caso di forte presenza di approcci web 2.0, alle istituzioni educative competa il ruolo di garanti della qualità scientifica dei contenuti che girano negli ambienti di web 2.0 …..

Di tutt’altro stampo l’intervento di Paul Clark, Vice-cancellor vicario della Open University inglese. Parto dalla sua conclusione: la OU accetta convintamene anche la sfida del web 2.0 perché è, come sempre, impegnata ad offrire le migliori opportunità di apprendimento per i propri allievi.

Dal 2005 la OU è impegnata in un programma di innovazioni basate sull’integrazione dei servizi pedagogici, sull’uso delle funzionalità del web 2.0 e del mobile learning. C’è stata, poi, la migrazione di tutta l’attività didattica da un piattaforma proprietaria su Moodle. Cambiamenti significati sono in atto, anche, nei sistemi di insegnamento e di tutoraggio.

Alta “novità”: sulla scia del programma Open Courseware del MIT che messo a disposizione una grande quantità del proprio materiale didattico, la OU ha avviato il programma OpenLearn. Già sono disponibili, al libero accesso, 2.700 di apprendimento ed altre 2.300 lo saranno a breve.

L’idea è che la condivisione del materiale possa portare ad un consistente riutilizzo, al suo adattamento e miglioramento. Ma, se come è avvenuto con i Learning Object, non si dovrebbero avere risultati eclatanti. Se lo dice lui …..

Ciò che risulta evidente è l’atteggiamento della OU che è di grande ed autentica attenzione ai comportamenti degli web users per identificare le implicazioni per i sistemi di formazione, specie per quelli che fanno formazione solo a distanza come la Open University stessa.

La Open Universty inglese, sempre un faro !!!!!

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Un pensiero su “Eden Conference Napoli (8). Plenaria conclusiva”
  1. Ho parlato di OpenLearn subito dopo l’avvio, nello scorso ottobre.
    L’ho anche provato, ho fatto un giro e ho scaricato uno dei moduli.
    OpenLearn è piuttosto diverso da OCW, i materiali sono scaricabili in un formato basato su XML, modificabili e ricaricabili in piattaforma per la condivisione. L’idea è buona ma tecnicamente un po’ farraginosa.
    In ogni caso, chi vuole, potrebbe, ad esempio, prendere un corso tra quelli disponibili e tradurlo in italiano. Ovviamente parliamo solo di materiali, in buona parte testuali. Di grande qualità, certo, ma pur sempre contenuti.
    Non di solo contenuto… 🙂

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