Partiamo dal tema della conferenza New learning 2.0? Emerging digital territories, developing continuties, New divides. Sta emergendo una nuova forma di apprendimento sull’onda del successo delle applicazioni di social web? Credo che oggi come da sempre si apprenda nello stesso modo. L’apprendimento, quindi, non cambia. Può cambiare il contesto sociale in cui avviene, possono cambiare le modalità e gli strumenti per attivarlo e sostenerlo. E’ in quest’ultima dimensione che sta cambiando qualcosa, anzi, molto. Le tecnologie hanno un consistente ruolo, anche quelle del web 2.0. Un esempio: il costruttivismo esiste da prima delle tecnologie digitali ma sono queste a renderlo più facilmente realizzabile (l’esplorazione, la collaborazione, la conversazione, ….).
Il grande cambiamento che sta avvenendo, e gli interventi ad Eden lo confermano, è l’imporsi della consapevolezza dell’esistenza della dimensione informale dell’apprendimento e lo sviluppo di strategie e strumenti per sostenerlo.
Che quanto stiamo vedendo (il gran parlare ed il gran fare sul web 2.0) sia vera gloria …aspettiamo almeno un pio d’anni. Mi pare naturale che queste prime applicazioni siano incerte, approssimative ecc….. ma siamo solo agli inizi e ben venga ogni concettualizzazione e sperimentazione in merito. Dobbiamo procedere a tentoni, per tentativi ed errori …..
Eden ha consentito di fare una ulteriore istantanea sulla tematica.
Cosa, poi, la Conferenza abbia aggiunto a questa fotografia, direi molto poco. Troppo poco per il costo che la partecipazione all’evento ha avuto (almeno per me).
Tanti, troppi interventi di bassa qualità (ne hanno parlato anche Giovanni e Corrado). Non si capisce che lavoro abbia fatto il Comitato Scientifico della Conferenza e perché non si sia fatta una selezione più accurata. O, forse, lo si può supporre …..
Viene da riflettere, come hanno fatto tanto Giovanni che Antonio, sul fatto che questo tipo di strumenti per la condivisione della conoscenza sia oramai obsoleta.
Ma, credo, che come altre espressioni dell’agire umano i convegni, le conferenze f2f sopravviveranno. Troppi sono gli intessi economici e troppa è la voglia di esibizione di noi comuni mortali ….
Una nota sula logistica e l’organizzazione: sicuramente di ottimo standard la Città della Scienza, sicuramente ottimi ed abbondanti i coffe break ed i lunch, ma, considerando la localizzazione della CDS stessa ed in presenza di una disastrosa organizzazione dei servizi pubblici di trasporto, è stata davvero pessima l’assistenza data dall’organizzazione per raggiungere la sede dell’evento e per il rientro in città. Non vi descrivo le scene di orde di congressisti in coda in attesa di un bus che non arriva, gli assalti ai pochi taxi che dalla città si avventuravano a Bagnoli ….
Già Napoli è una città difficile e devi muoverti con mille occhi e mille cautele; rendere un’impresa degna di Indiana Jones, l’accesso la luogo della conferenza … non può che lasciare sconcertati. Credo che come italiani abbiamo dato una pessima immagine di efficienza alle centinaia di colleghi venuti a Napoli.
Chissà se il prossimo anno ci sarà la voglia di andare a Lisbona. L’unica certezza è che peggio di così non potrà andare.
Grazie per i tuoi solerti e dettagliati contributi in “diretta” da Napoli. In qualche modo hai reso possibile una mia presenza virtuale alla conferenza. Purtroppo dai tuoi post, ma anche dagli interventi di Fini, Bonaiuti, Petrucco, la conferenza non è stata del tutto positiva.
Si è parlato molto di web 2.0, ma quasi “all’antica” portando poche novità, mentre i “nostri” (come li chiami tu) sono riusciti a dare qualche lume in più.
Sarà mai che l’Italia diventi la locomotiva del futuro e-learning?? Naturalmente la mia è solo una provocazione.
Gianni Minazzo
Non credo che l’Italia diventi la locomotiva ….. Qui da noi non nasce mai nulla sul piano delle metodologie. Solo onesti e, qualche volta competenti, smanettoni. Ma come dice il detto: “in pianura, anche una collina fa la sua bella figura”