Forse la confusione è solo nella mia testa, ma mi pare che quando si parla di utilizzi “didattici” delle tecnologie si faccia tanta confusione o non siano chiari i termini della questione.
Guardiamo cosa succede oggi a proposito delle tecnologie a scuola (in senso lato). Due sono le macro-tipologie di utilizzo.
- Supporto organizzativo-logistico alle attività didattiche. Molte delle attività “terziarie” che nella scuola tradizionale sono svolte con modalità analogiche, sono qui svolte in ambienti digitali: le iscrizioni, le comunicazioni tra i soggetti interessati, lo sviluppo e la gestione contenuti, l’organizzazione delle attività, la gestione dei singoli allievi ed insegnanti, delle classi, dei programmi, dei tempi della didattica, la distribuzione e la consegna dei compiti, test compresi …..
- Intervento diretto ed intenzionale nei processi di apprendimento. In questo ambito le tecnologie intervengono nei processi di apprendimento attivandolo, sostenendolo, costringendolo, obbligando le persone a pensare, a riflettere, ad argomentare, a costruire, a rappresentare le proprie conoscenze. Pensiamo all’uso delle tecnologie come cognitive tools secondo la ricerca di Jonassen,alle simulazioni, alle mappe mentali e concettuali. Pensiamo alle numerose learning strategies sviluppate da Schank, da Jonassen, dal glorioso Cognition & Techology Group at Vanderbit con Brandsford, Spiro, Stein.
La prima modalità di utilizzo è certamente quella maggiormente nota e diffusa (sotto il confuso ombrello dell’e-learning) tanto da farla, ignorantemente, coincidere tout-court con l’uso didattico delle tecnologie. Quando in pubblicazioni e convegni si parla dell’enorme diffusione delle tecnologie nella scuola e nell’università, non si può parlare di un uso didattico delle tecnologie ma solo di un uso organizzativo delle stesse. Deve essere chiaro per non mistificare la questione.
Approccio certamente legittimo e di una consistente utilità, soprattutto in termini di accesso e di pari opportunità per tutti ma non un uso didattico. A meno che non si voglia sostenere che basta avere un buon edificio scolastico per fare della buona scuola.
La secondo modalità è assai poco conosciuta e praticata, quasi si trattasse di un uso, intrinsecamente, marginale.
Per contro, va chiaramente detto che
- nel primo caso si fa un uso povero delle tecnologie
- nel secondo un uso ricco
Solo nel secondo caso, a mio parere, le tecnologie danno un reale valore aggiunto nei processi educativi.
Ecco, a puro titolo di esempio, alcun usi ricchi delle tecnologie nei processi educativi suggeriteci da Jonassen nel progetto “Apprendere con le Tecnologie”:
- Mindtools for modeling systems
- Designing problem-based learning environments
- Supporting reasoning skills (e.g., analogical reasoning, causal reasoning)
- Building case libraries of stories of practice.
- Concept maps
- Using databases to build case libraries.
- Using expert systems to represent troubleshooting process
- Developing web-based Ask systems (hierarchies of questions) to model reasoning process
- Worked examples
- Simulations
- To learn how to do causal reasoning
- Discussion board that support argumentation
Fatta chiarezza :-; preparo la valigia per un paio di settimane di vacanza. Posterò, forse, qualche cartolina virtuale.
Buone vacanze Gianni!! 😉
buone vacanze