Forse la confusione è solo nella mia testa, ma mi pare che quando si parla di utilizzi “didattici” delle tecnologie si faccia tanta confusione o non siano chiari i termini della questione.

Guardiamo cosa succede oggi a proposito delle tecnologie a scuola (in senso lato). Due sono le macro-tipologie di utilizzo.

  1. Supporto organizzativo-logistico alle attività didattiche. Molte delle attività “terziarie” che nella scuola tradizionale sono svolte con modalità analogiche, sono qui svolte in ambienti digitali: le iscrizioni, le comunicazioni tra i soggetti interessati, lo sviluppo e la gestione contenuti, l’organizzazione delle attività, la gestione dei singoli allievi ed insegnanti, delle classi, dei programmi, dei tempi della didattica, la distribuzione e la consegna dei compiti, test compresi …..
  2. Intervento diretto ed intenzionale nei processi di apprendimento. In questo ambito le tecnologie intervengono nei processi di apprendimento attivandolo, sostenendolo, costringendolo, obbligando le persone a pensare, a riflettere, ad argomentare, a costruire, a rappresentare le proprie conoscenze. Pensiamo all’uso delle tecnologie come cognitive tools secondo la ricerca di Jonassen,alle simulazioni, alle mappe mentali e concettuali. Pensiamo alle numerose learning strategies sviluppate da Schank, da Jonassen, dal glorioso Cognition & Techology Group at Vanderbit con Brandsford, Spiro, Stein.

La prima modalità di utilizzo è certamente quella maggiormente nota e diffusa (sotto il confuso ombrello dell’e-learning) tanto da farla, ignorantemente, coincidere tout-court con l’uso didattico delle tecnologie. Quando in pubblicazioni e convegni si parla dell’enorme diffusione delle tecnologie nella scuola e nell’università, non si può parlare di un uso didattico delle tecnologie ma solo di un uso organizzativo delle stesse. Deve essere chiaro per non mistificare la questione.

Approccio certamente legittimo e di una consistente utilità, soprattutto in termini di accesso e di pari opportunità per tutti ma non un uso didattico. A meno che non si voglia sostenere che basta avere un buon edificio scolastico per fare della buona scuola.

La secondo modalità è assai poco conosciuta e praticata, quasi si trattasse di un uso, intrinsecamente, marginale.

Per contro, va chiaramente detto che

  • nel primo caso si fa un uso povero delle tecnologie
  • nel secondo un uso ricco

Solo nel secondo caso, a mio parere, le tecnologie danno un reale valore aggiunto nei processi educativi.

Ecco, a puro titolo di esempio, alcun usi ricchi delle tecnologie nei processi educativi suggeriteci da Jonassen nel progetto “Apprendere con le Tecnologie”:

  • Mindtools for modeling systems
  • Designing problem-based learning environments
  • Supporting reasoning skills (e.g., analogical reasoning, causal reasoning)
  • Building case libraries of stories of practice.
  • Concept maps
  • Using databases to build case libraries.
  • Using expert systems to represent troubleshooting process
  • Developing web-based Ask systems (hierarchies of questions) to model reasoning process
  • Worked examples
  • Simulations
  • To learn how to do causal reasoning
  • Discussion board that support argumentation

Fatta chiarezza :-; preparo la valigia per un paio di settimane di vacanza. Posterò, forse, qualche cartolina virtuale.

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