Giovanni propone, quindi, una lettura dei LO nell’ottica di quello che lui chiama e-learning 2.0.
Premesso che i “learning object” siano una contraddizione in termini: l’apprendimento è un processo, non un oggetto”, Giovanni propone un approccio che ha già profeti, guru, folklore e fan, il “meLearning” cioè l’apprendimento centrato su me stesso ed in una molteplicità di forme.
Stiamo assistendo a:
- Esplosione sul web di formati e tipologie di contenuti
- Nuovi sistemi di ancoraggio delle informazioni
- Nuove forme di comunicazione didattica
- Nuovi spazi di lavoro (lavagne interattive, podcast, …)
Dato, quindi, che abbiamo bisogno di materiali di studio, come attrezzarci?
Giovanni parte dei limiti più evidenti dei LO e propone delle interessanti soluzioni
- Rigidità e metadatazione. Soluzione? I metadata dovranno comporsi in forma sociali. E il social tagging dei diversi contenuti.
- Difficoltà nella ricerca dei materiali. Soluzione? Nuove modalità di ricerca e visualizzazione. E’ il modello dei Federated Metadata.
- Quali contenuti, quale ruolo degli utenti? Soluzione? Produzione federata dei contenuti e sistemi di valutazione ex-post sfruttando il feedback dell’utente.
Solo ipotesi, dice Giovanni, ma credo valga la pena di rifletterci su.
Qui le sue slide.
Carissimo/i
ricordando che colgo benissimo i limiti di una didattica con i LO (soprattutto se scadenti) aggiungerei due punti a questi
4 LO come attrezzi della palestra, vale a dire uso dei LO per apprendimenti ad essi coerenti…andrò controcorrente nel blog dell’amico Marconato, ma ricordo che esistono degli apprendimenti (memorizzazione, acquiaizione lessicale, strutturazione e ordinamento) per cui una acquisizione tramite autoistruzione in forma ripetuta trova un efficacissimo alleato nel LO. Un pò come in palestra con gli attrezzi, o per imparare il dritto o il rovescio…non c’è grande costruzione, collaborazione, metacognizione…c’è solo da ripetere il gesto per ore…da soli, magari contro ad un muro…penso ad un LO dal titolo Traduci! in cui Cicerone in persona proponeva parole in italiano e sul video scorrevano molteplici traduzioni da intercettare…forse è più divertente e semplice apprendere così il reddito o rosa rosae (che io ho imparato ripetendo all’infinito davanti al muro….)
5 “sfondare i LO” cioè renderli collaborativi, aprirli, dare la possibilità ad ogni docente e studente di modellarli a proprio uso e consumo…direte per far questo ci sono i blog, i wiki…ecco, ci vorrebbe una via di mezzo, un oggetto predefintio con spiegazione ed esercizi limitati, con la possibilità di essere scaricato ed adattato…ho un’ideuzza di cui parlerò un’altra volta..
Insomma, dall’oggetto digitale al soggetto digitale…
saluti cari e grazie ancora per le preziose dritte di riflessione
Daniele
…scusate ma la notte peggiora la scrittura…4 e 5 sono le due proposte aggiuntive a quelle di Bonaiuti, mentre prima di rosa rosae non è il reddito ma il lessico…
chiedo venia…
daniele
Scusate la pedanteria, ma non mi stanco di ricordare che, forse, precisando meglio cosa si intende oggi per LO , si eviterebbero discussioni e contrapposizioni e manicheismi.
Ovvero, se si intendono contenuti realizzati appositamente “per fare apprendere”, molto ben confezionati, con i bei pulsantini per andare avanti e indré, con il loro test a risposta multipla finale, che ogni volta che rientri ti ricordano che la precedente ti sei fermato a pagina xy, allora, ragazzi, viva il manicheismo!!
Se invece riconosciamo un valore formativo in praticamente ogni oggetto del mondo reale o virtuale e ci costruiamo sopra un insieme di quegli attention metadata dei quali ha parlato anche Giovanni, e che servono per far capire ad altri (ma anche a noi stessi), se, come, dove, perché, quando usarli per insegnanre ed/o apprendere allora, scusate, non c’è alcuna contrapposizione tra 1.0 e 2.0!
Il guaio è che ormai il termine LO è connotato in un certo modo, lo si associa sempre alla prima modalità
che ho riassunto sopra, lo si collega al famigerato SCORM.
Converrà forse pensare ad un termine alternativo?
Antonio, converrà pensare ad un termine diverso? Quando alcuni anni fa avevo titolato un mio lavoro (rivista Sviluppo & Organizzazione) “Oltre l’e-learning” affermavo che accanto ad un cambiamento di significato, avremo dovuto cambiare il nome che designa la “cosa”.Scimmiottavo McLuhan ed il suo “significato” e “significante”.
Jonassen a Bressanone, ricorderai certamente, ci proponeva di chiamarli, se proprio volevamo, di chiamarli “Instructional” Object, cioè oggettini che usiamo quando allestiamo e “celebriamo” un evento didattico. Potrebbe essere?
posso chiedere:
Instructional Object? Cosa intendi? Posso trovare dei riferimenti?
Ciao e grazie 😉
Non credo esista una letteratura specifica sugli Instructional Object . Ogni tanto il termine ritorna (es, Jonassen) come per dire che se un “oggetto” non può essere per il “learning”, lo si può concepire per fare insegnamento, una risorsa neutra, anche isolata, che io uso a supporto ed all’interno, di una più ampia e più ricca strategia didattica. Un diagramma mi può essere utile per spiegare un concetto, ma è solo un diagramma che da solo non servirebbe a nulla, quel diagramma è un IO-. Allo stesso modo una lettura di un capitolo di libro, o, se preferisci, dei contenuti organizzati e sviluppati informaticamente come i così detti LO. Ma a questo punto si pone il problema: per quel che mi costa, val la pena di spendere tanto se posso usare, come tu ben dici, un file .doc eccc
Quoto in toto le considerazioni di Antonio Fini, senza aggiungere altro poichè, in alcuni commenti su questo blog, penso di aver chiarito il mio punto di vista sulla tematica dei LO.
Complimenti, Antonio, per la lucidità di pensiero…..come sempre;)
Saluti a tutti:)