La tematica è sintetizzata attraverso la domanda n. 1: come organizzare le scuole in modo che possano fornire a tutti gli studenti la serie completa delle competenze di base?
La questione si pone a fronte dei continui e veloci cambiamenti scientifici, sociali ed economici ed alla necessità, per ognuno di noi, di un altrettanto continuo adattamento. Le competenze che dovrebbero facilitare questa adattabilità sono, secondo il documento ma, anche secondo la nostra esperienza con la questione, quelle di tipo personale o trasversale, più che quelle tecniche-specialistiche.
Queste competenze sono
- imparare ad imparare
- competenza sociale e civica
- spirito di iniziativa ed imprenditorialità
- consapevolezza ed espressione culturale
L’occasione di ripensare la didattica è ghiotta considerando che i sistemi scolastici – e tra questi anche quello italiano con gli indirizzi per l’innovazione del sistema scolastico di Fioroni, si stanno riorganizzando i percorsi educativi a partire dagli output (abilità, competenze) più che dagli input (i contenuti da apprendere).
Per tre anni ho lavorato ad un progetto di didattica nella formazione professionale per quelle che avevamo denominato key skills, ovvero competenze di base. In precedenza avevo lavorato con alcuni di quelli insegnanti alla ri-disegno di un paio di percorsi a qualifica in termini di competenza e non più di discipline e contenuti.
Cosa posso, quindi, dire come modesto e personale tentativo di risposta alla prima delle otto domande della Commissione?
Primo: tropo spesso competenza è un termine usato a sproposito o con eccessiva leggerezza introducendo una iper-semplificazione della problematica al limite di farla coincidere con contenuti ; questo atteggiamento porta a non comprendere l’essenza dell’approccio per competenze. Le definizioni di competenza sono, poi, innumerevoli, nessuna rappresenta la verità e, per questo sarebbe sempre opportuno dichiarare cosa si intenda per c. dopo di che tutto può avere un senso
Secondo: parlare di competenze come alternativa alle discipline ha implicazioni non semplici per i cambiamenti necessari tanto nella didattica quanto nell’organizzazione delle attività didattiche. Si pensi solo alla natura multidisciplinare della competenza. Lavorare didatticamente per competenze è una rivoluzione, anche nel pensiero di chi insegna.
Terzo: non si può fare l’ ”ora” di competenze trasversali (CT); sarebbe una autentica aberrazione. Le CT vanno sviluppate nel contesto della didattica curricolare adottando specifiche strategie didattiche. Noi abbiamo trovato di estrema utilità lavorare con progetti (project-based learning), meglio se con co-docenza e/o con approccio interdisciplinare. Tutta la didattica costruttivista è di grande aiuto perché “allena” le abilità cognitive e metacognitive, la collaborazione e la cooperazione, l’assunzione di responsabilità, il lavorare in rete ed in gruppo.
Ritornando alla domanda: come organizzare le scuole in modo che possano fornire a tutti gli studenti la serie completa delle competenze di base??
- Acquisendo consapevolezza sul significato di competenza
- Formando adeguate competenze didattiche
- Organizzando le attività didattiche in modo coerente
oh Gianni!
questo tuo blog mi sta dando degli input … mammamia! 🙂
Ora:
“Le definizioni di competenza sono, poi, innumerevoli, nessuna rappresenta la verità e, per questo sarebbe sempre opportuno dichiarare cosa si intenda per c. dopo di che tutto può avere un senso”
Mi interesserebbe approfondire.
grazie!