Un mio modesto framework per (dopo) l’e-learning. Ovvero, rottamare l’e-learning
Perche “rottamare” e non “aggiustare”?
A prescindere dalle argomentazioni che da quasi un anno svolgo in questo blog ed in altri luoghi da molto prima, recentemente due autorevoli autori riportano copiose evidenze di fallimenti dell’e-learning: Johannes Cronje e Gugliemo Trentin.
I due studiosi, uno sudafricano ed uno italiano, con onestà scientifica ed intellettuale si sforzano, riuscendoci, di fornire un framework concettuale, con valenze operative, entro cui l’e-learning avrebbe successo.
Trattasi di framework logici, ben congegnati, adeguatamente strutturati, ma ….
Ma, non utilizzabili nella pratica. Come spesso accade, la realtà sfugge alla razionalità, alla logica e regole desunte ex-post che cercano di dare razionalità a comportamenti che, per propria “indole”, per “istinto”, seguendo regole “reali”, direi “naturali” vanno da tutt’altra parte, serve a poco ed a frustrare coloro che ci hanno messo tempo, energia, intelligenza a trovare (a tavolino), quelle regole.
Quindi, con approccio pragmatico (ne sono obbligato dato che razzolo nel pollaio tutti i santi giorni), propongo un mio personale framework, il framework delle quattro A.
- Abbandonare il termine-feticcio “e-learning”: abbandonare la “e” che dovrebbe servire solo a conferire valore, modernità, efficienza, …. al termine che viene dopo (come tutte gli hype); abbandonare il “learning” perché quello che si fa con quelle tecnologie, pur nobile, non ha nulla a che vedere con l’apprendimento (non più di quanto abbiano le aule scolastiche, gli uffici di segreteria con quello che poi apprendono gli studenti)
- Azzerare la confusione e le ambiguità che il termine “e-learning” contiene:quando si dice “e-learning” si dice di tutto: funzioni di segreteria, organizzative, amministrative, logistiche, didattiche (in modica quantità). Cioè non si dice nulla. Si tratta di quello che gli anglofoni chiamano buzzword o bandwagoon (leggere con attenzione le definizioni, calzano a pennello)
- Avere chiaro che due sono gli ambiti di utilizzo delle tecnologie nei contesti scolastici: quello di supporto organizzativo/logistico alle diversa attività scolastiche (segreteria, gestioni allievi, docenti, classi, iscrizioni, comunicazioni) e quello di supporto/integrazione nella didattica. Scopi, funzioni, strumenti, prassi operative, concetti, competenze di chi li usa radicalmente diverse. Due mondi diversi.
- Adottare strumenti adeguati agli ambiti di utilizzo: un normale LMS può sostenere in modo egregio tutte funzioni organizzativo/logistiche necessarie a mandare avanti la scuola via web; per le integrazioni nella didattica gli strumenti extra LMS sono numerosi ed in continua espansione, alcuni particolarmente “ricchi” dal punto di vista dell’impatto sull’apprendimento, altri meno.
Non vincerò il Nobel della Didattica di certo, ma senza tanti svolazzi e con tanto senso pratico ( e senza superficialità, se mi posso permettere) mi pare che come prima bozza possa funzionare.
Trovo i tuoi post sempre molto interessanti.
Tuttavia non posso concordare che in misura minoritaria con la quarta A.
A mio avviso, l’uso di un LMS (quale che sia) può anche svolgere egregiamente l’azione di supporto alla didattica, va solo usato con un po’ accortezza.
Cosa che, credo, sia valida anche per gli strumenti “ricchi” extra LMS.
L’accortezza (nel senso di consapevolezza?) va usata sempre. Alcune funzionalità di un LMS possono egregiamente sostenere la didattica, ed a valore aggiunto. Io li uso anche in questa prospettiva per organizzare “attività di apprendimento”. Quello che mi premeva evidenziare con la quarta A è che usare un LMS per organizzare l’offerta formativa è una cosa (in termini di tools e di competenza), usarli per/nella didattica è altro. Molto altro. Ma mi pare non si sia fatta ancora chiarezza sulla questione.
Gianni,
ti seguo nella discussione in oggetto…
Buona questa tua prima bozza delle 4 A.
Mi paiono importanti soprattutto gli aspetti sottolineati da Cronje, che tu ribadisci anche nel tuo doc “Oltre l’e-learning” su Scribd:
– non si considera a sufficienza che le persone non voglio apprendere dalle macchine, né la dimensione sociale dell’apprendimento;
– nonostante le tecnologie abbiano reso agevole lo sviluppo e la distribuzione di materiali didattici, è molto difficile motivare le persone a stare on-line a leggere contenuti.
– Il modello “presentazione” di contenuti non funziona ai fini dell’apprendimento.
Un LMS può superare questi limiti?
Caro Gianni, trovo convincente il tuo framework delle 4 A. Il quarto punto mi sembra, in particolare, quello su cui c’è da discutere maggiormente e su cui lavorare in concreto. Sono d’accordo circa l’utilizzo accorto/consapevole precisato da Alessandro nei riguardi di un LMS.
Hai pienamente ragione sul fatto che una cosa è il suo utilizzo in ambito organizzativo/gestionale e un’altra è l’impiego didattico.
Personalmente, ho esperienza di LAMS e sto approfondendo Moodle. Ho installato Moodle su un dominio che ho acquistato e trovo che se ne possa fare un buon impiego ai fini didattici.
Per quanto riguarda LAMS, nonostante abbia punti in comune con gli LMS “tradizionali”,trovo che possegga alcune caratteristiche che lo rendono molto interessante. E’ infatti, come sapete, un ambiente per creare e progettare delle vere e proprie lezioni online (le sequenze LAMS). Queste lezioni sono costituite da attività che gli studenti fruiscono in sequenza, quali domande, forum, sondaggi, materiali. Quello che avviene può essere monitorato in tempo reale. Trovo che sia un software molto interessante, su cui puntare in futuro. Si sa infatti che gli sviluppatori lo stanno integrando con la piattaforma Moodle. Personalmente ci conto molto. Immaginate l’utilizzo friendly di LAMS con le potenzialità di Moodle, quali scenari possono aprire? Cosa ne pensate?
Giovanna, domandi se un LMS può superare questi limiti? Direi di si, dipende da come lo si usa. Se lo usi per distribuire contenuti (che puoi distribuire anche in altro modo, tipo un’area FTP, via mail, attraverso un comunissimo portale web) lo usi in modo didatticamente molto povero. Io lo uso per sviluppare e gestire “attività di apprendimento” e, spero, di farne un uso ricco. Alessandro nel suo blog offre parecchie dritte in questo senso
Annarita, LAMS mi sembra un buon strumento. Io lo uso da tempo e sto aspettando la 2.1 promessa per ottobre. E’ una buona mediazione tra percorsi rigidi (modello courseware) ed ambienti aperti.
LAMS è da tempo integrabile con apposita patch in Moodle (ma noi non siamo mai riusciti a farlo funzionare) come una delle sue “attività”. E’ una buona cosa ma non particolarmente eccitante. Ti consente solo di avviare una sequenza LAMS senza dover uscire da Moodle ed entrare in Lams. Comodo certamente, ma dal punto di vista didattico credo non aggiunga nulla al valore dei due tools separati.
Non conosco LAMS, se non per averne letto e aver spulciato qua e là gli esempi che me ne venivano segnalati.
Non sento l’esigenza o il bisogno didattico e professionale di approfondirne la conoscenza, almeno non in questa fase del mio percorso.
Utilizzo moodle da tre anni (1 di sperimentazione limitata a poche attività, 2 di autogestione e utilizzo attivo, con esempi che Gianni ha segnalato riferendosi al mio blog o, se volete mettere le mani in pasta, direttamente su http://www.edocet.net .
Il mio punto di partenza, quando penso ad attività didattiche (online, offline, se vi piace metteteci gli aggettivi altrimenti definitele solo didattiche che forse è meglio) è una domanda:
“come posso coinvolgere ed attivare concretamente e continuativamente i miei alunni?”.
Sarà che lavoro insegnando una lingua straniera verso cui vige un pregiudizio forte (il tedesco), sarà che due ore di lezione a settimana con 30 alunni son pochine, sarà quel che sarà ma quella domanda è centrale nel progettare i miei passi insieme ai miei alunni.
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Ciò detto, gli spunti di Gianni mi pongono sempre di fronte a nuove domande (e per questo lo ringrazio). Riflettendo ieri dopo aver inserito il mio commento, mi sono chiesto “con moodle fai determinate attività. Le potresti fare con altri strumenti?”. Gianni già lo asseriva, o almeno ho letto questo, per cui mi sono trovato a riflettere che il blog c’è in moodle, ma anche fuori, che il wiki c’è ance in moodle, ma anche fuori, che il forum c’è in moodle, ma anche fuori, la chat idem, i quiz hotpotatoes stesso discorso… forse l’unica attività che non trovo fuori (ma perchè non ne ho conoscenza io) è il glossario, che a me risulta utile per determinate attività di co-costruzione e co-valutazione gestite dagli alunni.
Allora moodle (o un lms) perchè?
– in questo specifico momento, perchè mi ci sono affezionato
– inoltre, perchè mi raccoglie tutte insieme potenziali attività che altrimenti dovrei creare altrove – e raccogliere in un sito…
– sicuramente ci sono altri motivi che mi chiarirò in seguito….
Grazie Gianni e grazie Alessandro.
Sono entrata come ospite in http://www.edocet.net/moodle
Interessante ambiente.
Complimenti Alessandro.
… mi sento così inesperta…
Ah, Gianni, che cosa mi racconti! Ed io che confidavo nella mediazione LAMS-Moodle! Se si riduce tutto alla possibilità di consentire l’esecuzione di LAMS senza uscire da Moodle, convengo che non c’è alcun valore didattico aggiunto. Peccato!
Pongo un’altra domanda: che cosa ne pensate di EML e IMS Learning Design?
A mio parere, è un peccato che il progetto Unfold non sia stato più rifinanziato. Mi sembra che EML e i tools come Reload potevano essere un’alternativa o almeno una via europea alternativa a SCORM, LOM e a LO.
Penso che sia un vero peccato che il lavoro di Rob Koper, della OUNL, non abbia avuto il successo di LO e affini. Troppo complesso il suo “metamodello” pedagogico oppure altri interessi in gioco?
Caro Alessandro, mi sento molto vicina alle tue considerazioni. Come docente, la molla che mi spinge a provare nuovi tools è sempre lo stesso: il coinvolgimento attivo dei mei ragazzi e la ricaduta in termini di attività apprenditive significative. La stessa cosa che in modo diverso hai prospettato anche tu. E’ naturale, credo, che ciascuno di noi, in base al proprio percorso, senta l’esigenza o meno di provare alcuni strumenti e di scartarne altri.
Conosco abbastanza bene LAMS, mentre devo approfondire parecchio Moodle! LAMS ha in sè la possibilità di far intervenire attivamente gli alunni e credo che questo comporti una ricaduta positiva in qualunque ambito disciplinare.
Andrò a visitare con piacere il tuo ambiente Moodle. Sono sicura che avrò molto da imparare e probabilmente ricorrerò alla tua expertise, se non ti è di troppo disturbo:)
Se dovessi avere, in qualsiasi momento, curiosità per le attività LAMS posso farti accedere ad un ambiente sperimentale ricco di esempi, fornendoti in privato le mie chiavi di accesso.