Il lemmario parte con Apprendimento non per via della A iniziale ma perché questo concetto è il punto di partenza (e di arrivo) di questo percorso che si propone di contribuire a far luce sulle criticità e sulle problematicità insite nell’uso didattico delle tecnologie a valore aggiunto.
Non mi avventurerò nell’ennesima definizione; un qualsiasi giro con Google riporterà decine di definizioni derivate dalle più disparate epistemologie. Qui vorrei sottolineare quanto, a dispetto della sua centralità, la tematica dell’apprendimento sia trascurata, sottovalutata, banalizzata.
Cosa intendiamo noi con apprendimento? cosa intendiamo dicendo che una persona ha appreso? cosa perseguiamo quando diciamo che insegniamo perché le persone apprendano?
Per avere un’idea della crucialità del tema, ricordo Jonassen che afferma che buona parte di un insegnamento poco efficace è conseguenza di una visione alquanto approssimativa dell’apprendimento……
Spesso produciamo soluzioni educative e formative by-passando, consapevolmente, le “leggi” che regolano l’apprendimento. Agiamo come quell’ingegnere che progetta un ponte ignorando, ad esempio, la legge di gravità e scopiazza ponti costruiti da altri ingegneri per determinare la quantità di ferro, lo spessore delle travi e gli altri parametri che fanno si che il ponte regga e non cada. A volte può andare bene ed a volte, questo comportamento imitativo non funziona affatto. Con la sola drammatica (per la sua non visibilità) conseguenza – fuor di metafora – che nessuno si accorge se una azione educativa è “crollata” seppellendo sotto le proprie macerie decine di ignari utenti/allievi e con essi il progettista e gli operai.
A cosa possiamo attribuire, se non a questi fatti, la disaffezione, che spesso si incontra, per la formazione in tanti adulti, la demotivazione scolastica di tanti giovani, la crescente sfiducia verso le istituzioni educative?
Verrebbe, quasi, da pensare che più di qualche “successo” formativo sia frutto più del caso o di meccanismi non governati che di intenzionalità (il famoso learning despite teaching).
L’apprendimento, dunque, come l’alfa e l’omega di ogni azione didattica, anche con le tecnologie.
Come in ogni altra scienza sociale, è rischioso affermare di possedere la verità rispetto ai diversi fenomeni con cui ci confrontiamo quotidianamente. Anche perché questi fenomeni sono di una tale complessità da non poter avere “risposte”, semplici univoche, valide una volta per tutte e per tutti i contesti.
Le problematiche correlate all’apprendimento sono numerose e, almeno per quelle che a me sembrano più rilevanti, saranno trattate in successivi contributi.
Per quanto mi riguarda, posso dire che l’apprendimento ha a che fare con:
- l’appropriazione (che è altro dalla memorizzazione) dei nuovi contenuti
- il dare a questi un senso personale
- la loro stabile integrazione con i contenuti di cui già mi sono appropriato
- il saper usare quei contenuti per fare qualcosa (risolvere un problema, svolgere una attività, ottenere un risultato)
Di seguito alcuni riferimenti per approfondimenti.
per le grandi famiglie di teorie dell’apprendimento
- comportamentismo
- cognitivismo
- costruttivismo
per gli autori
- Skinner
- Thorndike
- Watson
- Gagnè
- Briggs
- Dick
- Piaget
- Vygotskij
- Dewey
- Brunner
- Jonassen
sitografia
http://www.learning-theories.com/
http://carbon.cudenver.edu/~mryder/
bibliografia minima
How People Learn. Brain, Mind, Experience, and School, Rodney R. (EDT)/ National Research Council (U. S.) Committee on Developments in the Science of Learning (COR)/ National Research Council (U. S.) Committee on Learning Research and Educational Practice, Ann L. (EDT)/ Cocking, John (EDT)/ Brown, Bransford, National Research Council
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Jonassen sarà con noi a Bolzano dal 4 al 7 dicembre per il progetto Apprendere con le Teconologie. Proseguiremo per Mirano e Venezia per un giro turistico. Chissà che non mi venga la voglia di trarne una seconda “Conversazione”
Secondo me, intravedere un proprio senso nei contenuti precede la fase di assimilazione e accomodamento (giusto per dirla alla Piaget).
Negli adulti questa “attribuzione di senso” è più strettamente legata alla finalità “pratica” (in senso ampio, ovviamente) che viene intravista mentre nei bambini e negli adolescenti è il fare che permette di scoprirne il significato.
Dunque, si potrebbe anche dire che usare dei “contenuti per fare qualcosa”, permette di “dare a questi un senso personale” che ne facilita “l’appropriazione” e “la loro stabile integrazione”.
Complimenti per il blog 🙂