Vittorio Midoro ITD Genova tratta il tema dell’essere alfabetizzati nella società della conoscenza. Il documento digitale è pervasivo, serve per comunicare, conversare, esprimere; è dinamico, computabile, interattivo. Altra cosa del documento scritto classico le cui funzioni sono la registrazione e la codifica di un contenuto. Nella società digitale e necessario saper accedere alle risorse, condividerle, costruire collaborativamente nuova conoscenza. La nuova alfabetizzazione deve comprendere la capacità di scegliere e di saper usare le applicazioni significative, condividere la propria conoscenza e partecipare alle comunità di pratica. Tutte queste componenti dovrebbero essere oggetto della didattica. La società digitale cambia l’organizzazione della classe e della didattica.
N. Villa, università di Trento, laboratorio di maieutiche, parla dello spostamento dall’e-learning al co-learning e del ruolo comunità virtuali. Nella loro università, con l’uso delle tecnologie si sta abbandonando la metafora “corso”, caratterizzata dalla trasmissione di conoscenza dai docenti agli studenti, per adottare quella della “comunità” caratterizzata dalla costruzione collaborativa di conoscenza. L’esigenza di cambio di metafora (e paradigma, immagino) nasca dalla constatazione che l’approccio “corso” porta con se un approccio che isola la didattica dal contesto in cui essa si svolge. Trovo molto interessante il ragionamento e sono curioso di vedere come viene tradotto nelle pratiche didattiche. Rimango un po’ deluso quando vengo a sentire che il nocciolo della questione sta nell’andare oltre l’upload ed il download fatto dal docente per rendere possibile queste funzionalità anche agli studenti. Con questo approccio si aumenta la collaborazione tramite la gestione dei permessi di piattaforma e con l’aggiunta di servizi tipo wiki. Il modello viene applicato anche in un progetto di formazione continua (http://esperto.provincia.tn.it)
Giovanni Adorni, ingegnere del software all’università di Genova (mi ha impressionato la sua enorme competenza) presenta una sua nuova creatura, la piattaforma EifFE-l (Environment for Freedom in e-learning) il cui punto forte dovrebbe essere un insieme di tools per sviluppo agevole (per l’insegnante non informatico) di Learnin Object. Con queste funzionalità il docente si dovrebbe occupare solo di contenuti e non di linguaggi di programmazione. Il tutto in 4 passi. www.elkm.unige.it. Seguo attentamente la presentazione e sono incuriosito dalle numerose funzionalità, per me da astronave Enterprise, presenti nella nuova piattaforma. Domando se il gioco valga la candela. Adorni riconosce che i costi di sviluppo dei LO sono, comunque, molto alti e che si deve ragionare in termini di grossi numeri.