Open Source e Close Mind? Posso così rappresentare il mio pensiero se guardo in trasparenza il meeting sulla Cittadinanza Digitale di cui al post precedente.

Nella convocazione dell’evento si faceva riferimento al fatto che nel luogo dei lavori sarebbero stati disponibili un certo numero di PC rappresentanti “l’altra faccia della luna”, cioè il sistema operativo Linux e la suite Open Office. Tutti collegati alla rete wireless locale.

Niente di male, penso. Se non che arrivati sul posto scopriamo che chi ha installato Windows non può accedere alla rete wifi in quanto il server blocca ogni applicazione basata su Windows.

Bella forma di apertura …..

Si scopre che con un plug-in di Firefox si può aggirare l’ostacolo. Bene. Se non che si scopre che il server blocca, comunque, l’accesso ad alcuni siti, letti dallo stesso come pericolosi (nel mio caso la posta su Libero, ma non quella su Aruba e le Ferrovie dello Stato).

Esprimo agli open sourcers presenti il mio disappunto per questi fatti che denotano, a mio modesto avviso, un sostanziale atteggiamento di chiusura non di apertura. Nessuna obiezione per il fatto che si usi Linux al posto di Windows, ma che si obblighi tutti ad usare Linux pena l’essere tagliati fuori da internet (soprattutto in un evento sull’inclusione digitale) mi pare un talebanesimo fuori dai tempi.

Con tutta la stima professionale e l’effetto personale per i cari colleghi … neo-talebani….

L’invito ad essere open anche “mind” oltre che “source”, mi pare d’obbligo.

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Ricordo che la Provincia di Bolzano è all’avanguardia nell’adozione di soluzioni aperte grazie, anche, ad un forte lavoro lobbistico dei linuxsiani locali. Ha avviato, ad esempio, il progetto “FUSS” (recensito tra le cose che funzionano dalla Gabanelli) per la migrazione a Linux e ad Open Office nei sistemi informatici di tutte le scuole pubbliche in lingua italiana della provincia. Perché non anche nella suole in lingua tedesca che sono la maggioranza
Perché non anche negli uffici pubblici dove si continuano ad usare Windows e Office? Un passo alla volta, mi si dice.

Anche in Copernicus, il sistema di tecnologie per la didattica, usiamo (con soddisfazione e senza pentimenti) tutti applicativi aperti.

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4 pensiero su “Open Source e Close Mind?”
  1. >
    > Si scopre che con un plug-in di
    > Firefox si può aggirare l’ostacolo.
    >

    Quindi questo risolve la prima forma di chiusura.

    >
    > Se non che si scopre che il
    > server blocca, comunque,
    > l’accesso ad alcuni siti
    >

    Trattandosi della rete di una scuola primaria, è assolutamente fondamentale avere un sistema di content filtering.
    Il problema non è quindi il software in se stesso, ma come è stato configurato.
    Probabilmente per quei quattro giorni, considerato che siamo tutti maggiorenni, si sarebbe effettivamente potuto scegliere di disabilitarlo.
    Ma non vedo comunque in questo una forma di chiusura.

    Ciao!

    MC

  2. Grazie Marco per il riscontro.
    Vedo in giro che un atteggiamento “integralista” a sostegno, difesa e promozione dell’OS non fa buon gioco alla pur buona causa. Il tuo è un “talebanesimo” soft ma sei in cattiva compagnia 🙂
    Buone vacanze

  3. ciao Gianni,
    visto che sei avvezzo ad intrufolarti nella tana del lupo..

    .. prova ad andare in Cina in questi giorni a mostrare la bandiera del Tibet 🙂

    commento e saluti estivi ..

  4. Roby, non mi dire che scrivere qunto ho scritto è pericioloso come andare in Cina con la bandiera del Tibet…. Primo, io non sono tanto coraggioso; secondo, voi open-sourcers non siete così malvagi anche se un po (troppo, per i miei personalissimi gusti) intergralisti

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