A Trento, dal 8 al 11ottobre il prossimo congresso SIEL. Il tema “e-learning tra formazione istituzionale e life long learning”. Sono previste alcune sessioni “istituzionali” sui temi ritenuti “caldi ” nel presente e per il futuro del così detto apprendimento elettronico “e- learning”.
Manca quello che a mio avviso é il vero tema caldo, il ripensamento radicale dell’approccio che a livello “ufficiale” si sta dando alla didattica con le tecnologie per farla uscire dalla modestia culturale e scientifica in cui si trova qui da noi. Tra gli interventi del “popolo” e degli operai anche uno di Egon Gastaldelli e mio dal tiutolo “Come gli insegnanti usano le tecnologie.Analisi qualitativa del progetto Pionieri”, un lavoro tratto dalla sua tesi di laurea magistrale incentrata sulla analisi qualitativa del progetto Pionieri. Due i concetti portanti del nostro contributo, le teorie implicite e gli usi “poveri” e gli usi “ricchi” delle tecnologie. Il primo concetto fa riferimento al fatto che noi tutti, quando agiamo siamo guidati dalle nostre teorie e che queste teorie non sono spesso consapevoli a noi stessi. E’ quanto avviene anche quando insegnamo con l’ “aggravante” del fatto che i nostri paradigmi di insegnamento e di apprendimento sono stati modellati dai nostri insegnanti in tutti i nostri anni di frequenza scolastica. C’è, pertanto, il serio rischio che quando insegnamo usiamo riferimenti vecchi di decenni ed ignoriamo gli insegnamenti di anni di ricerca sull’apprendimento.
Il secondo concetto è strettamente correlato al primo. Con riferimento alla ricerca sull’apprendimento di qest’ultimo decennio e sull’uso didattico delle tecnologie facciamo di quest’ultimo un uso “ricco” quando in classe le usano prevalentemente gli studenti, mentre se ne un uso “povero” quando le usano esclusivamente o quasi gli insegnanti. Una posizione radicale? Almeno nelle confereze scientifiche è bene essere chiari ed avere modelli concettuali altrettanto chiari. Poi, quando operiamo, sappiamo essere realisti.