Interessante il convegno: “Mi merito una scuola migliore”. Focus sul merito. Parte Roger Abravanel, autore del fortunato libro: “MERITOCRAZIA. 4 proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro paese più ricco e più giusto”.
La scuola viene vista dall’ autore come mezzo per promuovere e sostenere la meritocrazia in tutti i luoghi del vivere civile .
Le società che crescono sono governate da una classe dirigente competente. L’Italia é un Paese che non cresce …..
Una definizione: la meritocrazia è un sistema che promuove l’ eccellenza indipendentemente dalla provenienza di un individuo.
Una formula per la meritocrazia: i + e = m; potenziale + incentivi = meritocrazia.
Anche la imprese private sono protette e non competono. Questo perché non esiste meritocrazia nella proprietà delle imprese.
Il nostro sistema educativo è iniquo: tra nord e sud, tra ricchi e poveri.
Le pari opportunità si sono fermate a Roma.
Le sue proposte: creare più pari opportunità e libero mercato.
L’Italia è il Paese più ineguale ed ingiusto dopo gli USA e la GB ma, rispetto a questi due, anche con più bassa mobilità sociale. Come dire che da noi la forbice tra chi ha molto e chi ha poco è larga ma ci sono anche poche possibilità per chi sta ai margini di migliorare la propria posizione. Questo perché le opportunità sono date non sulla base del merito ma del censo.
L’ insieme delle due “forze negative” produce effetti micidiali. Secondo Abravanel i settori prioritari di intervento sono la Giustizia e la Scuola. Ben sapendo che in ogni Paese la riforma dell’educazione è sempre stata la più difficile.
I problemi della scuola sono, quindi, la sua iniquità ed il suo discriminare: Se non si compensa la diseguaglianza sociale e non si promuove l’eccellenza la scuola sarà sempre iniqua.
Oltre le condizioni di sistema, ci si può chiedere se il “bravo” insegnante possa avere un ruolo. Una ricerca ho fornito questi dati. Uno studente che ha in partenza un rendimento collocabile al 50^ percentile, con insegnante bravo arriva al 93″ mentre con uno “cattivo” scende al 40^: ben 53 punti percentuali di differenza dovuti alla qualità dell’insegnamento.
Come elevare, allora la qualità dell’insegnamento? Agendo su selezione, formazione, motivazione.
Tutte le riforme educative di successo sono partire dalla misurazione della prestazione. E questo deve avvenire anche per gli insegnanti.
Per quanto riguarda l’università, Abravanel vede nel cambio delle modalità di governo dell’università la chiave del suo cambiamento: fintato che il rettore viene eletto dai docenti della stessa università ci sarà sempre un meccanismo collusivo di sistema che ingesserà ogni cambiamento.
Non ho ben capito se si riferisse all’università o, più in generale al sistema di potere in Italia, va segnalata anche questa sua affermazione: viviamo in una gerontocrazia che si auto-protegge. Si valorizza solo l’esperienza (ammesso che ci sia, dico io, ricordando un maestro che affermava che fare esperienza non vuol dire avere esperienza; c’è chi rimane novizio per tutta la vita) e non si da spazio alle potenzialità.
Approfondimenti nel blog di Roger Abravenel in www.meritocrazia.com
[…] La ministra ed il suo staff devono aver interpretato male il pensiero di Abravanel. […]