Dalla Germania, MoOdalis (Odalis + Moodle), una integrazione di Moodle con un sistema di Information Management Framework.
Il problema che si sono proposti di superare riguarda la gestione di librerie di documenti. L’integrazione da loro messa a punto consente integrare Moodle con SAP ed altri sistemi e dota il sistema con un motore di ricerca full text.
http://moodalis.de/index.php?docid=1&lang=en&&sn=1&osi=6269940a5d6ac871dc073fd9d014a794

Dalla Spagna, Learning by Doing. O, meglio , e-learning by doing per superare il modello e-learning. Viene citato il caso di una grande azienda USA (mannaggia, non mi sono appuntato il nome) che ha letterlamente buttato via 500 milioni di dollari in corsi e-learning non avendo alcuna frequenza se non quella imposta. Il nostro afferma che formare non è informare: come non dargli torto dato che tanti altri lo hanno già detto (anche se pochi ne sono veramente convinti). Accedere ad informazioni e memorizzare non basta; i test di ritenzione hanno poco valore. Propone, quindi, di superare il learn about (quello che caratterizza la nostra scuola: sapere su qualcosa/qualcuno) a favore del learn to do, del learn to be: imparare a fare, imparare ad essere. Io aggiungerei anche il learn how. Cioè, ad esempio, non “tutto su Piaget” ma “come Piaget affronterebbe questa situazione” ovvero, non “tutto sulla negoziazione” ma “come agirebbe un bravo un negoziatore”.
Viene, quindi, proposto un modello di attività formativa basata sulla pratica quotidiana con il supporto/coaching da parte di un di esperto. Mi piace questa espressione : da info-centrismo a practi-centrismo. Una formazione basata su ciò che accade ora, su progetti reali.
Forse quelle che io chiamo “attività di apprendimento”?

Dalla Nuova Zelanda, il programma Mylearn una rete di strutture formative sparse nel Paese con lo scopo di integrare e complementare le offerte. Un hub di un network distribuito che consente la specializzazione delle competenze di ogni singolo operatore.
Interessante la configurazione tecnologica che, tra l’altro, offre al singolo utilizzatore un portale fisso indipendentemente dall’organizzazione che eroga il corso e che con Single Sign-on consente l’accesso ai diversi portali.
Sullo stesso modello collaborativo è sorto il Flexible Learning Network , una rete di professionisti che offrono competenze specialistiche al network Mylearn.
Altro progetto presentato il myPortfolio www.myportfolio.ac.nz , una infrastruttura tecnologica per la gestione on-line di portfolio. La base è la piattaforma di e-portfolio Mahara (“pensiero” in lingua Maori) . Non è la prima volta che sento citata questa piattaforma. Prima o poi ne la guardo per bene ….

Be the first to like.

2 pensiero su “MIC08, qualche esperienza da Moodle Partner esteri”
  1. Ciao Gianni,
    grazie per tutte le informazioni sulla MIC di Roma. Utili per un confronto con il Moodlemoot di Barcellona che racconto nel mio blog INCROCI. Per noi prof di lingue straniere, Mahara serve (dovrebbe servire) per l’ePortfolio.
    Seguo con interesse anche le tue riflessioni sulle difficoltà di una formazione più innovativa tra gli insegnanti.
    Ci attacchiamo al libro di testo come se fosse una zattera, mannaggia!

  2. Angela, grazie per la segnalazione del tuo report del MM di Barcellona. Lo vado a vedere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.