Il dibattito sui LO e su SCORM, ogni tanto si riaccende, segno che la ferita ancora sanguina. Veniamo ai fatti.
Un colloquio con un collega (ingegnere informatico) che sviluppa LO in Scorm (anche se farebbe volentieri qualcosa di meglio, lo dice lui) mi porta ad alcune considerazioni che pubblico qui in un post; questo post attiva commenti e nuovi contributi nei blog di Antonio e di Gigi;
Una parallela discussione su Facebook sull’uso di ExeLearning intorno ai Learning Object che si allarga alle LIM in altra area di Facebook, mi fanno venire la voglia di precisare come la vedo.
La questione SCORM si, Scorm no, per me è un dettaglio quasi irrilevante e marginale nella mia “avversione” metodologica ai LO. Ne ho parlato perchè mi sono reso conto che, a prescindere dalla irrilevanza didattica di un LO (è un materiale didattico e, tutt’al più come dice anche Jonassen, è un Instructional Object, non Learning ), la sua scormizzazione ha un costo significativo senza alcun valore aggiunto nel “ciclo di produzione” dell’apprendimento.
Questa mia personale e convinta conclusione è ancorata a due tematiche: come miglorare l’apprendimento con le tecnologie e come usare le tecnologie nei processi educativo/formativi in modo ordinario e sostenibile.
La mia “soluzione” sta nell’uso di quelle che chiamo “attività di apprendimento” (che ho più volte concettualizzato) utilizzando supporti informatici di semplice uso.
La conclusione di cui sopra ha contatti concettuali anche con cosa sia “innovazione” dei processi educativi e su quale dovrebbe essere la finalità di un sistema educativo/formativo.
Infine, il tutto viene da me “incartato” con l’afferamzione che:
– e-learning
– Learning Object
– SCORM
– LIM
sono questioni commerciali e non didattiche. Hanno, cioè, a che fare con il business e non con l’insegnamento e l’apprendimento.
Per concludere davvero, credo che l’apprendimento sia un fatto complesso e che non vada affrontato con approcci e soluzioni semplicistiche