Mi sono imbattuto in un interessante paper (di prossima pubblicazione su “Current Directions in Psychological Science” che discute le conseguenze sociali dell’uso di Internet da parte degli adolescenti. Lo hanno scritto Patti M. Valkenburg e Joachen Peter dell’Università di Amsterdam, Amsterdam School of Communications Research.
Dopo aver considerato un’ampia letteratura sull’argomento ed aver effettuato studi longitudinali sono giunti alla formulazione di quella che loro chiamano “The Internet-enhanced self-disclosure hypotesis”, il miglioramento, dovuto all’uso di internet, dell’abilità sociale di raccontare se stessi e di stabilire efficaci relazioni sociali.
Diversamente da quanto evidenziato dagli studi sull’argomento fatti negli anno ’90 (che sostenevano l’ipotesi dell’effetto negativo dell’uso delle tecnologie della comunicazione), gli studi più recenti evidenziano un effetto opposto.
Ciò che secondo gli autori ha provocato questa inversione di impatto è l’utilizzo più generalizzato che ora si sta facendo dell’interazione on-line (dovuta ad una maggior accessibilità al pc ed alla rete, alle loro migliori performances, alla tipologia degli ambienti di social network disponibili) che rende possibile una intensa interazione tra persone conosciute che fa si che l’interazione mediata dalle tecnologie non sia altro che un’altra risorsa per i giovani per interagire tra di loro.
Studi “vecchi” evidenziavano che internet motivava i giovani ad intessere relazioni superficiali, a sprecare tempo con sconosciuti, a ridurre le relazioni sociali ed il benessere in quanto adolescenti. Questi gli “effetti riduttivi” (reduction effects). A quei tempi la maggior parte della rete sociale di una persona era ancora off-line e le relazioni off-line erano tenute separate da quelle on-line. Dall’11% di giovani on-line si è passati, ora all’84% e le dinamiche sono radicalmente cambiate. Secondo lo studio in oggetto con la facilitazione della connessione on-line e con quasi l’intero network personale anch’esso on-line, lo stare on-line non solo non riduce ma incrementa la connessione ed il benessere sociale. Questo è dovuto, secondo gli autori, all’aumento della capacità di auto-raccontarsi attraverso gli strumenti dell’interazione on-line.
Gli assunti della loro ipotesi, quindi, sono:
– la comunicazione on-line stimola il racconto di sé
– il raccontarsi on-line incrementa la qualità della relazione
– la maggior qualità della relazione migliora il benessere degli adolescenti.
Questo primo studio evidenzia le tematiche che necessiterebbero di un ulteriore investigazione e se cioè questo effetto sia correlato al tipo di tecnologia usato, al tipo di uso che se ne fa, al genere, alla così detta ansietà sociale.
Gli autori non escludono che l’interazione on-line possa generare cyber-bullismo, abuso sessuale, comportamento aggressivo dovuto alla ridotta inibizione ad essa associata.
Il paper completo lo trovate qui
http://www.psychologicalscience.org/journals/cd/18_1_inpress/Valkenburg.pdf
Grazie Gianni, ricerca davvero interessante!
Non riesco a commentare maggiormente: sono sotto tesi :-(. Ciao!
molto interessante!
Tutto questo non dovrebbe succedere solo agli adolescenti.
Ti ringrazio veramente tanto per le tue segnalazioni. Sono utili e pertinenti. Mi hai dato un’enorme mano ad uscire da una secca in cui mi ero cacciata. Ciao 🙂