Seconda parte della mattinata con due interventi scientifici: le LIM viste dalla prospettiva della psicologia dell’apprendimento e da quella didattica.
La prospettiva psicologica a cura di Alessandro Antonietti, Cattolica, servizo di Psicologia dell’Apprendimento.
Il relatore si domanda se gli effetti siano adeguati alle ragioni per cui lo strumento si è usato. E’ solo un rimedio alla disaffezione degli studenti o va ad incidere nei processi cognitivi? Non ho capito quale risposta sia stata data. Mi pare che il suo intervento si sia focalizzato su una questione, comunque, interessante.
Di fronte ad un oggetto nuovo scattano le affordance presenti nell’oggetto stesso ed in più l’utilizzatore ci aggiunge le sue rappresentazioni.
Da come l’oggetto sarà usato si evince quanto bene l’oggetto è stato costruito
Lo strumento porta le sue affordance; l’utlizzatore ci porta ed aggiunge le sue rappresentazioni
Da quel che si è visto, si potrebe dire che fino ad ora solo alcune delle potenzialità delle LIM siano state usate. E’ una lavagna? uno strumento multimediale? uno strumento interattivo?
lo studente percepisce ciò che rende meno noiosa, più divertente la lezione. Il ruolo dell’insegnante come mediatore tra le ragioni per cui l’oggetto è stato costruito e come l’utente lo vede spontanlemente.
Va considerato il contesto d’uso caratterizzato dall’interazione di Bisogni/obiettivi – strumento -uso – effetti a livello di progettista, insegnante, studente.
Attenzione: potrebbe avvenire un processo innaspettato oltre a quanto previsto dall’insegnante: non rendere semplicistico l’uso e lasciare spazio alla creatività dello studente.
Le LIm nella prospettiva didattica sono oggetto del successivo intervento di Pier Cesare Rivoltella.
I racconti di emancipazione (tecnologica) hanno la funzione di introdurre, sovradeterminare, far circolare la tecnologia.
Il racconto della LIM si articola attorno alla scuola, al cambiamento e all’innovazione didattica.
Cos’è l’innovazione didattica? E’ una questione di strumenti? di formati tecnologici? di ambienti/setting della classe? di destrutturazione del lavoro scolastico? di rendere più informale l’educazione formale?
Lezioni con lim 1.0
– permananza della frontalità
– impostazione one-way nei rapprti docente studente
– sistema di lavoro basato sulla esecuzione dei compiti vs collaborazioe
– orientamento all’esecuzione degli oggetti (come nella scuola della multimedialità)?
con questi usi/approcci potrebbe non cambiare nulla pur cambiando tutto.
Allora, piste di lavoro perchè cambi qualcosa.
2 premesse
– il frame drammaturgico (il lessico teatrale, uno sfondo che si popola di scenari, un testo che è una sceneggiatura, scrittura di scena, i protagonisti: autore, attore.La lezione, la dimensione narrativa, il digital storytelling, la dimesione performativa)
– il frame percettivo (ergonomia della LIM: il primato della percezione tattile,continuità con l’esperienza del bambino e la visualizzazione e la manipolazione dell’artefatto-concetto e l’estroflessione della mente Papaer – Piaget).La multimedailità, la molteplicità dei punti di accesso alla conoscenza Gardner
2 strategie
– la classe-laboratorio. Centrata sul fare, il learning by-doing, la scrittura collaborativa, il file-sharing ed il video making, il podcasting
– la comunità di apprendimento (la classe come comunità di apprendimenmto, didattica metacognitia, il problem solving; le pratiche come lezione dialogata e la costruzione condivisa di conoscenza)
Quali usi della LIM?
– sistema di rappresentazione
– spazio di scrittutra collaborativa
– come faciliutore (ausilio e supporto)
– amplificatore degli apprendimento con sw dedicati
– spazio di socialità
– mediazione culturale (user generated content)
– ambiente di comunicazione
Maggiori dettagli nel sito del CREMIT