Cattura apprendimento vs insegnamento

Un’anziana zia, insegnante in pensione, che per mero nepotismo ogni tanto guarda il blog del nipote, mi domanda cosa voglia dire passare dall’insegnamento all’apprendimento. Secondo lei le due entità sono la stessa cosa: uno studente impara quando l’insegnante …insegna. O se non impara è perché si è  impegnato poco a seguire l’insegnante, non ha ascoltato con attenzione. Lineare, no?

Valle a spiegare che non è proprio così; valle a spiegare che l’insegnante può insegnare quanto vuole, ma non c’è un rapporto causa-effetto o un automatismo tra insegnamento ed apprendimento. Lo studente impara ciò che sta bene a lui (dobbiamo, però intenderci su cosa si intende per “imparare”).

Gli insegnanti insegnano cosa voglio loro? E gli studenti apprendono ciò che vogliono loro. Ovvero, considerato che il voto lo mette l’insegnante, gli studenti impareranno ciò che l’insegnante vuole ( e se ripeteranno bene ciò che l’insegnante si aspetta, prenderanno un buon voto) ma dimenticheranno presto tutto, o quasi tutto. Ricorderanno solo ciò che per loro ha senso.

Fatta la premessa ad uso dell’anziana zia, veniamo alla questione.

Innanzitutto, a scanso di equivoci,  pare opportuno ricordare che anche quando si è focalizzati sull’insegnamento si ha comunque in mente, o come obiettivo, l’apprendimento. Nessuno ha mai sostenuto che un insegnante focalizzato sull’insegnamento non abbia a cuore l’apprendimento dei suoi studenti. La questione sta in quale delle due dimensioni è assunta a costante e quale a variabile perché questa scelta cambia tutto.

Nella didattica focalizzata sull’insegnamento, il focus è dato dai contenuti oggetto dell’istruzione, dallo status epistemologico della disciplina e l’obiettivo della didattica è di trasmettere agli studenti quei contenuti nel migliore dei modi possibili e secondo una certa logica. Coerentemente con questo approccio, viene curata in modo particolare la comunicazione didattica (si parla spesso anche di “teatralità” della didattica) e l’oratoria è considerata un valore aggiunto; ha importanza la modalità di convogliare efficientemente i diversi tipi di contenuti a chi li deve imparare; per questo, considerato lo status di novizio dello studente rispetto alla  tematica e la sua carenza di conoscenze precedente, si procede per semplificazione, per riduzione (didattica); per questo la competenza principale dell’insegnante è la padronanza della disciplina (sulla base di quale criterio sono determinate le diverse classi di concorso?) e lo scopo del suo intervento è di trasmettere correttamente quella disciplina, in modo ordinato ma frammentato, sistematico, ben pianificato, lineare. Corollario di questo approccio è che l’apprendimento si verifichi in modo proporzionale alla adeguata trasmissione dei contenuti.

Focalizzarsi sull’apprendimento piuttosto che sull’insegnamento, significa saper  governare i processi di apprendimento delle persone piuttosto che padroneggiare un contenuto

Governare i processi di apprendimento implica essere consapevoli delle modalità di apprendimento delle persone. Questi processi così come sono spiegati nelle le teorie dell’apprendimento messe a punto in questi ultimi anni si presentano in una forma profondamente differente da quella descritta dalle teorie classiche dell’apprendimento, probabilmente quelle che abbiamo studiato (anche recentemente) all’università; di certo quelle che informano i nostri sistemi di istruzione, quelle che hanno guidati i nostri insegnanti quando ci hanno insegnato, quelle che, per questa ragione, abbiamo interiorizzato e ci guidano quando anche noi insegniamo.

Focalizzarsi sull’apprendimento piuttosto che sull’insegnamento, significa fare in modo che le persone apprendano quanto più possibile, piuttosto che apprendano specifici contenuti

Gli “obiettivi” di apprendimento che normalmente assumiamo come scopo dell’azione didattica non sono mai obiettivi che saranno esattamente e completamente conseguiti da tutti gli studenti e rappresentano, quindi, più delle mete ideali che “prodotti” da ottenere . Diventa, quindi, più sensato lavorare didatticamente per facilitare in ogni studente il conseguimento di obiettivi personali piuttosto che standardizzati. La focalizzazione non sarà, pertanto, cosa si deve apprenderemo ma cosa è sensatamente possibile che una persona apprenda.

Focalizzarsi sull’apprendimento piuttosto che sull’insegnamento, significa aiutare gli studenti a costruire un significato “personale” della tematica oggetto dell’istruzione piuttosto che una interpretazione “ufficiale” della stessa; significa considerare lo studente non un recettore passivo della conoscenza trasmessa dall’insegnante, ma un costruttore attivo di conoscenza

Considerato che ogni studente apprenderà solo ciò che per lui ha un significato, compito dell’insegnante è di fare in modo che ciascuno studente possa costruire il proprio significato; ma se sarà l’insegnante a dire quale significato dare, trasmettendo cioè la sua interpretazione del tema (o quella offerta dal libro di testo), non ci riuscirà perché non gli è permesso.

Nella didattica focalizzata sull’apprendimento è implicita una visione di apprendimento come comprensione, come appropriazione di una tematica non come memorizzazione; è implicita una visione di un apprendimento profondo, non superficiale, un apprendimento che resta, che non svanisce dopo la verifica, un apprendimento che si riutilizza e che si collega alle altre conoscenze che la persona possiede. Un simile apprendimento non può che essere personale per il semplice fatto che implica l’ “aggancio” delle nuove conoscenze con quelle possedute.

Quando si parla di “attribuzione di significato” quasi  come sinonimo di apprendimento, ci si riferisce proprio a questo aspetto: una nuova conoscenza viene appresa solo se chi apprende è in grado di attribuire alla stessa un senso se, cioè,  viene cioè integrata con quanto già si sa. Una persone può anche “apprendere” senza attribuzione di significato (avviene tante volte nelle nostre scuole), ma quell’apprendimento sarà superficiale e sarà presto dimenticato o non utilizzato in connessione con altre conoscenze

Focalizzarsi sull’apprendimento vuol, quindi, dire preoccuparsi, prima di tutto, che lo studente possa attribuire un significato ai contenuti proposti. E’ impossibile che uno studente “apprenda” il significato, la comprensione che l’insegnante ha della tematica, tuttalpiù lo memorizzerà superficialmente con tutto ciò che consegue.

Tanti apprendimenti autentici sono costruiti dalle persone che apprendono, indipendentemente dall’azione di insegnamento (e secondo alcuni, nonostante la sua azione): sono le persone stesse che attivano per proprio conto i processi cognitivi che portano all’apprendimento  Una didattica focalizzata sull’apprendimento sostiene intenzionalmente e con tecniche adeguate questo processo.

La didattica focalizzata sull’insegnamento si sviluppa per lezioni,  quella sull’apprendimento si sviluppa attraverso esperienze

Una brava insegnante, una tra le insegnanti che conosco e stimo (Patrizia Vajola), una volta disse: un tempo prima di entrare in classe mi domandavo cosa averi fatto; ora mi domando cosa faranno gli studenti. La differenza sta tutta qui. E’ l’insegnante che conduce le attività (insegna) e gli studenti stanno seduti ad ascoltare o sono gli studenti che con le loro conoscenze precedenti indirizzano il lavoro dell’insegnante e lavorano su progetti con il supporto dell’insegnante?

 

Una prima conclusione: tutto si può insegnare ma non tutto si può imparare

 

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