Non c’è via di scampo: un certo modo di insegnare è incistato, è incancrenito nella mente di chi insegna.
Se non cambia il pensiero che guida l’ azione, a nulla servono “lezioni” di nuove metodologie o nuovi strumenti per la didattica. Dopo poco tutto ritorna al punto di partenza, agli ancoraggi forti dell’azione didattica (*).
Cambiare costa, cambiare è rischio, cambiare è sofferenza: per cambiare bisogna avere una valida ragione per farlo.
(*) le teorie implicite