Intrigante provocazione quella fatta da Lucio Ficara su La tecnica della scuola: con l’avvento del “merito” (non ne sono contrario, dipende dai criteri con cui si determina) potrebbe scattare quella che l’autore definisce da “primo della classe” e che così magistralmente dipinge:
Sono quei colleghi dall’ego sproporzionato, che si sentono i più bravi di tutti, colleghi che sono totalmente disponibili nei confronti del loro dirigente scolastico, docenti obbedienti alle richieste del capo, e non mancano mai di mettere in cattiva luce, facendo opera di puro pettegolezzo con il Ds, i propri colleghi. Questi personaggi farebbero di tutto per essere riconosciuti pubblicamente i più bravi, sarebbero disposti a qualsiasi compromesso per esercitare, anche di riflesso, magari con qualche delega dirigenziale, un pizzico di potere. Sono anche coloro che pur dimostrando una totale incompetenza normativa e di legislazione scolastica, ambiscono a vincere il prossimo concorso a dirigente scolastico. Insomma si tratterebbe di persone disposte a tutto per fare carriera nella scuola, fino a raggiungere il posto più alto, cioè la poltrona da dirigente scolastico.
Ficara conclude domandosi:
Ma esistono veramente personaggi del genere nelle nostre scuole?
La mia risposta: si, posso dirlo, non perché lo abbia incontrato, ma semplicemente perché quelli sono comportamenti che fanno parte della natura umana e a questa regola molto “umana” non sfugge di certo l’insegnante.
Anzi, si, qualcuno l”ho conosciuto, spesso su Facebook.
Battute, provocazioni e siparietti a parte, di certo soggetti simili esisto e regnano anche se fanno terra bruciata intorno a loro, ma sono certo che una valutazione seria della competenza dell’insegnante possa dare il via a dinamiche positive. E in questo il ruolo del DS è fondamentale: basta che non adotti la prospettiva del divide ed impera o quella del servitor fedele. Ne ho visti anche di questa specie. Pochi per fortuna