Un’amica insegnante mi scrive. Non mi resta che pubblicare integralmente tanto il testo è immediato ed efficace.
Occorre, prima o poi, mettere a nudo la figura dell’insegnante del 27… quello che, come XY della mia scuola, è più un parassita del sistema…che si nasconde dietro i programmi, dietro i fondi, dietro i disturbi dell’apprendimento, dietro le famiglie confuse, dietro i libri di testo… e viene totalmente meno ai suoi doveri… ma è così ben nascosta che nessuno se ne rende conto e diventa intoccabile.
Fa una scuola noiosa, poco rispettosa di sé e degli studenti, non considera nemmeno il fatto di motivare gli studenti…
Rotola per inerzia fino al 27, poi corre a fare shopping… e come sbandiera la sua professionalità, e come evita gli aggiornamenti ai quali assiste passivamente… e, che per quel che la riguarda, se non trova sufficienti scuse, sono ore per scaldare le sedie…
A parità di sistema scolastico, a parità di programmi, a parità di risorse investite come è possibile che nella mia classe io non abbia problemi di alcun tipo e tutti i miei bambini siano bravi e amino la scuola e sappiano rispettarsi e 10 metri più in là si allevino bulli e veline pronti a mandare a culo il mio lavoro??
Gli insegnanti fanno la scuola. Io lo dico sempre: la selezione in entrata fa la differenza.
Quell’insegnante che conosce perfettamente i suoi diritti, ma poco i suoi doveri, che utilizza solo la sua voce, poco carismatica, per dire cose che nessuna presa hanno sulla classe, quella che non si accorge di chi ha di fronte, non li ascolta, non li vede…
Non informa, non istruisce, non educa… Lascia che il gruppo classe crei le proprie dinamiche sociali (il più forte contro il più debole) come nel signore delle mosche….
Persona vacua, senza idee personali, vive per sentito dire e la sua idea di scuola è povera come tutte le altre sue idee…
Nella scuola pubblica dove si entra per titoli, graduatorie (e raccomandazioni) si trovano questi insegnanti… nella scuola privata? Meno.
Nessuno mi darà mai un premio per il mio lavoro, né darà a lei un’ammonizione per il suo non lavoro… questa ingiustizia viene spesso chiamata “democrazia”…