Competenze15
L’idea di “conoscenza in azione” ci porta diritti alle “famigerate” competenze. Famigerate perché sono più parlate che agite e perché temo si rivelino l’ennesimo espediente semantico per non cambiare nulla. Come diceva quello: “basta la parola” (ometto per decenza il riferimento commerciale). I fatti non contano.
Conoscenza in azione, Knowledge in Action, la conoscenza che prende forma, che si usa per fare; una delle diverse forme di conoscenza (riprenderò questo tema).
Come mettere in azione la conoscenza?
La crescente attenzione anche a scuola per le competenze ci obbliga ad una riflessione profonda sul suo significato e sulle modalità didattiche da usare per favorirne lo sviluppo, riflessione che non farò qui, primo perché siamo in un blog e, secondo, perché di buone definizioni se ne trovano a bizzeffe (*). Come non entro nel merito del perché la scuola debba assumere la prospettiva della competenza
Cercherò, invece, di mettere in evidenza caratteristiche e implicazioni, riflettendo sui cambiamenti che inevitabilmente si dovranno fare, se si vuole fare didattica per competenze.
1.
La didattica per competenze obbliga ad un’azione corale di tutti gli insegnanti (non è una didattica individuale);
2.
La didattica per competenze obbliga ad abbandonare l’organizzazione della didattica per discipline (l’organizzazione della didattica per discipline, non le discipline);
3.
La didattica per competenze obbliga ad organizzare la didattica in unità di insegnamento estese (l’ “ora” di lezione non regge);
4
La didattica per le competenze (una didattica interamente per competenze) non è possibile in questa scuola per come è organizzata;

5.

La didattica per competenze rende obsolete metodologie didattiche di tipo trasmissivo (lo studente deve mobilitarsi anche cognitivamente);

6.
La didattica per competenze obbliga la scuola ad uscire dalle sue mura (la realtà il territorio sono le dimensioni della competenza);
7.
La didattica per competenze obbliga a ristrutturare tutto il sistema di valutazione (si valuta mentre si apprende);
8.
La didattica per competenze rende inutili gli abituali strumenti per la valutazione (è una valutazione fatta nel processo);
9.
La didattica per competenze obbliga a rompere l’organizzazione dei contenuti in forma ordinata e lineare (la trattazione dei contenuti è regolata dalle attività di apprendimento, non dalla disciplina); 
10
La didattica per competenze obbliga ad inserire tra i “contenuti” anche abilità personali, sociali e cognitive (le risorse per la competenza sono di varia natura);
11
La didattica per competenze porta ad abbandonare attività didattiche e prestazioni richieste agli studenti di tipo semplice (la competenza si sviluppa e si valuta nello svolgimento di attività complesse e reali).  
Tantissimi cambiamenti: concettuali, operativi, organizzativi, logistici, contrattuali, normativi: le competenze sono per una scuola nuova, non solo rinnovata.
Quello che vedo lavorando con varie tipologie di scuole, nella migliore delle situazioni, è una scolasticizzazione delle pratiche per le competenze nel nome della fattibilità della “didattica per le competenze”.
Vedo approcci per una didattica per competenze a livello di disciplina, vedo ideare “compiti autentici” che si riducono a situare (nominalmente) un normale problemino scolastico in un contesto di realtà, vedo UDA che sono un insieme di esercizi o esercizi lunghi: tutto questo tradisce l’essenza delle competenze e le riconduce nell’alveo delle più tradizionali pratiche scolastiche.
Che fare tra il tradimento delle competenze e la rinuncia ad ogni tentativo di qualificare la didattica?
Una strada io la vedo: creare delle “enclave” di didattica autentica per le competenze, piccoli spazi operativi e concettuali, qualche settimana dove l’intera scuola, tutti gli insegnanti, tutte le classi, fanno una sperimentazione senza alcun compromesso metodologico ed operativo di una “vera” didattica per le competenze.
Uno “spazio competenze”:
  • ben preparato con formazione, progettazione, sviluppo attività di apprendimento e di strumenti di valutazione;
  • valorizzato attraverso adeguata comunicazione interna ed esterna;
  • ad alta visibilità;
  • sostenibile perché intenzionalmente isolato dalle normali attività didattiche;
  • che serve a “provare” i reali meccanismi organizzativi, logistici, didattici della didattica per competenze,
  • che serve a capire cosa davvero implichi ed a cosa possa portare.

Una volta provato si può sensatamente ragionare su come questo spazio limitato e protetto possa poco a poco allargarsi fino a diventare la norma.

Nel frattempo saremo in grado di modificare gli aspetti normativi, adeguare la logistica, sviluppare la cultura organizzativa e costruire le competenze didattica che sono indispensabili per fare, e non solo dire, didattica per competenze.

 (*) la mia preferita è quella di Guy Le Boterf
Agire con competenza significa saper fronteggiare situazioni ordinarie e situazioni perturbate , mobilizzando, scegliendo e combinando in maniera pertinente una grande quantità di risorse personali ed esterne.
PS
Per capire la portata della didattica per competenze, va evidenziato che questo approccio assomma in sé tutti i risultati della ricerca contemporanea sull’apprendimento, e cioè, che si apprende:
  • per uno scopo;
  • usando quanto si è imparato;
  • in modo contestualizzato;
  • integrando teoria e pratica;
  • svolgendo attività;
  • risolvendo problemi;
  • all’interno di una comunità;
  • in collaborazione con altri;
  • condividendo significati.
http://www.pearson.it/certificazione-competenze-analisi-circolare-febbraio-2015

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