Pare sia sempre più diffusa la pratica di approvvigionarsi di tutto ciò che a scuola serve (e manca) passando attraverso i bollini del supermercato. Non più pentole e stoviglie per casa ma penne, matite, computer per le scuole. *
Un evidente segno del disinvestimento pubblico dalla scuola pubblica, di una scuola sempre meno servizio pubblico e sempre più dipendente da “sponsor” privati, sempre meno al servizio di interessi pubblici e sempre più al servizio di interessi privati.
Un chiaro segno del degrado, del disfacimento della scuola pubblica.
Rimandando ad altro momento una riflessione su quali potrebbero essere gli interessi privati che scatenano tanta filantropia, mi vien da porre qui una questione non da poco (secondo il mio punto di vista, ovviamente): che senso ha andare avanti in questo contesto? Non si rischia di fare i don Chisciotte?
Capisco la volontà di tanti insegnanti e docenti di fare una scuola di qualità e di assicurare agli studenti le migliori condizioni per formarsi (trasformandosi in fund-raisers spogliandosi un po’ della veste didattica), ma la scuola è professione, non volontariato.
Un mestiere si fa anche con passione ed entusiasmo (soprattutto se non si tratta di scavare in miniera, di asfaltare strade d’estate o di pulire cessi), ma si fa all’interno delle condizioni date, con realismo e cercando di ottenere il massimo dalle risorse che si hanno a disposizione, ma intestardirsi oltre non è professionalità e responsabilità ma mero velleitarismo. Che già nel medio-breve periodo questo atteggiamento crea danni irreparabili: disillusione, stress, perdita di efficacia professionale e personale.
Meglio capire quando sia opportuno fermarsi.
Avevo ribadito questo mio pensiero anche qui
https://www.giannimarconato.it/2015/04/perche-e-importante-assicurare-a-scuola-condizioni-di-benessere-per-linsegnante/
* vedi l’articolo de La Repubblica del 1 ottobre 2015 “Supermercati e discount hanno cataloghi di premi dedicati alla didattica: così gli istituti invitano i genitori a reperire il materiale che manca nelle classi” : http://www.repubblica.it/ scuola/2015/10/01/news/dai_ pastelli_al_computer_se_le_ scuole_vanno_avanti_con_i_ punti_della_spesa-124038560/