Il tentativo di cambiamento della costituzione in atto è solo un tassello di una politica globale tendente a concentrare (per quanto riguarda l’ambito politico ) il potere decisionale nelle mani di pochi in modo da sveltire le decisioni che sono ritenute importanti.
I “lunghi” processi democratici di consultazione, confronto e mediazione non sono accettabili da quella logica non tanto per i tempi lunghi che questi comportano, quanto per il rischio che il contenuto di quelle decisioni vengano modificate e non siano più funzionali agli obiettivi che si intende perseguire.
Quindi “catena del comando” corta, pochi snodi decisionali affidati per quanto possibile a persone fidate (o facilmente controllabili attraverso un sistema di ricompense e punizione), sottrazione di ogni decisione al confronto democratico, cioè all’espressione delle istanze di interessi e punti di vista differenti.
Esempi?
- La riforma della RAI di tempo fa che messo nelle mani di un AD ogni decisione importante. Vedi la veloce rimozione della Berlinguer decisa in autonomia dall’AD stesso (affermazione del premier) tacendo sul fatto che l’AD era stato nominato da lui.
- Il cambiamento della costituzione che sottrae la scelta di una buona parte del parlamento al voto popolare.
- La legge elettorale che fa decidere ai partiti e non agli elettori chi andrà in parlamento.
- La 107 (strutturata in un unico articolo, approvata con voto di fiducia) che accorcia la catena decisionale riportando ogni decisione al dirigente ed esautorando, di fatto, gli insegnanti da ogni decisione su tematiche qualificanti. La stessa 107 (approvata nel modo già detto) contiene deleghe al governo su tematiche di grande rilevanza per la natura della scuola, deleghe che origineranno decisioni importanti senza alcun confronto democratico e con il supporto tecnico di qualche accademico allineato o compiacente.
Questa visione del funzionamento e della gestione della cosa pubblica rientra nella cultura propria del neoliberismo: poche regole ma ben concepite per realizzare velocemente e senza stravolgimenti la sua agenda politica.
Quale agenda politica?
- Privatizzare i servizi pubblici sia rendendoli sempre meno di qualità, sia mettendoli direttamente nelle mai dei privati
- Remunerare sempre di meno il lavoro precarizzandolo e aumentando le ore lavorate a parità di salario
- Distribuire la ricchezza prodotta a favore di pochi attraverso la finanziarizzazione dell’economia
PS
A proposito dell’impatto del neoliberismo sulla scuola mi appunto qui uno scambio di idee con un’amica nella discussione da lei lanciata qui:
https://www.facebook.com/fulvia.carbonera/posts/10154414298352771?
Questa una mia replica con l’idea, ancora allo stadio embrionale, di una scuola pubblica, per tutti e come servizio pubblico sempre più scadente per lasciar spazio ad una scuola di qualità per le élite di spessore e a gestione privatistica..
……. Come abbiamo più volte discusso, una certa scuola contemporanea, quella lasciata in mano a demagoghi e ignoranti di pedagogia e didattica, tende a svilire l’apprendimento disciplinare, la solidità dell’apprendimento disciplinare causando l’indebolimento dell’epistemologia delle discipline.E questo non tanto per l’inutilità di un solido apprendimento disciplinare ma per l’inutilità di un simile apprendimento per tutti, l’inutilità di tale apprendimento nella scuola di massa, nella scuola come servizio pubblico, quindi per tutti e lasciando questo approccio all’apprendimento a pochi, alle élite e riservandolo alla scuola di classe, alla scuola per la futura classe dirigente, alla nascente scuola privata (cioè servizio privato) sostenuta, comunque, con denaro pubblico.Concordo totalmente con te quando affermi che non sono tanto le “discipline” a generare apprendimento mnemonico e nozionismo (qualcuno lo chiama apprendimento meccanico, rote learning) ma il modo di trattare didatticamente le discipline.Forse, anche, il non sapere insegnare.Forse, anche anche, il non aver capito bene le discipline di cui si è insegnanti.Ecco allora le didattiche light, fru-fru, i robottini, il coding, per sfuggire alla noia dell’insegnamento, non solo dell’apprendimento, disciplinare.Ultima cosa: non so (ancora) se queste pseudodidattiche, questi insegnanti siano la causa o l’effetto del degrado progressivo della scuola “pubblica” italiana.