La valutazione, quando agita in un contesto educativo e di istruzione, è un costrutto ambiguo e controverso.
Valutare, in termini generali e nel linguaggio corrente, è determinare uno scarto tra uno stato attuale e uno atteso, tra l’esistente e uno standard.
La valutazione è considerata nella cultura popolare un atto naturale che facciamo ogni giorno, in ogni circostanza, anche quando non ce ne accorgiamo; valutare è, pertanto e nel linguaggio comune, insito nella natura dell’essere umano.
Questo convincimento popolare non può essere esteso al mondo della scuola senza fare alcune precisazioni perché valutare uno studente, un insegnante non è come valutare il parrucchiere o il pasticcere.
Innanzitutto, andrebbe sempre reso esplicito lo scopo della valutazione: perché valuto, cosa faccio con gli esiti della valutazione, sulla base di quali criteri valuto?
Non dimentichiamo che l’insegnamento è un atto basato, prima di tutto, su valori e, così, l’insegnamento diventa, lo si voglia oppure no, un atto culturale e politico.
Cosa si insegna, come si insegna non è un atto neutro. Insegnare porta con sé un’idea di società, di persona.
Tutto ciò premesso, va messo in evidenza che nella scuola, valutare è spesso controllare, standardizzare, omologare, classificare, premiare, punire, dividere.
Questi significati della valutazione si sono costruiti nel tempo, a piccoli passi, con il supporto di normative apparentemente neutre, tanto che il valutare nelle prospettive indicate è diventato un atto dovuto. Valutare è diventato, anche, un atto implicito per cui la sua pratica è spesso scissa dai suoi significati, dalle sue finalità.
Ma, serve davvero valutare? Quanto serve valutare? Per quale finalità ha un senso didattico valutare?
Nel corso del webinar di venerdì 11 marzo alle ore 18.30 del Manifesto per la nuova Scuola, a partire dalla nuova valutazione nella scuola primaria, si affronteranno le questioni qui sopra presentate e si formulerà una prospettiva culturale, pedagogica e didattica che porti la valutazione ad essere uno strumento didattico per la promozione dell’apprendimento e non uno strumento di standardizzazione e controllo.
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