Antonio Saccoccio e i suoi net-futuristi lanciano il loro ennesimo attacco alla scuola e lo fanno a Venezia nel corso del LSCFcamp con una performance accuratamente perparata e degna dei migliori futuristi dei tempi d’oro di Marinetti & Co.
La scuola, in questo caso, viene presentata attraverso un’analogia di grande effetto: un’immnesa stireria sociale e culturale; una stireria che tutto raddrizza e appiattisce: le menti, le coscienze, il presente e il futuro….
Come non essere d’accordo con l’analisi di Antonio?
E’ inutile nasconderci e far finta di nulla: siamo tutti stirati. Chi più, chi meno. Lavoriamo per sfamarci. Sgobbiamo per sopravvivere. E terminiamo i nostri giorni senza aver assaporato il gusto della vita.
Ci stirano e ci facciamo stirare per bene dal primo all’ultimo giorno della nostra esistenza. Si inizia da bambini all’asilo, e si continua sino a quando siamo vecchi all’ospizio.Siamo un’umanità stirata, stiratissima.
La scuola, e non solo quella italiana, è da sempre un’istituzione totale, come il carcere, il manicomio … (Basaglia, Focault, tanto per citare alcuni nomi). Un’istituzione totale si caratterizza per l’allontanamento e l’esclusione dal resto della società dei soggetti istituzionalizzati, per l”organizzazione formale e centralmente amministrata del luogo e delle sue dinamiche interne, per il controllo operato dall’alto sui soggetti-membri. Un’istituzione dalla quale si può venire, si viene, triturati, piallati, omologati .
Giusto, e condivisibile, l’ennesimo grido d’allarme, l’ennesima denuncia dello stato della scuola, scuola che, come ben ribadito a Venezia anche da Antonio, sta morendo (se non è già morta) per l’insipienza di tanti governanti con la complicità di tante componenti della scuola stessa. Tutti presi in un gioco collusivo, tutti a ricavarci delle proprie nicchie di interesse. Incuranti del destino dei “clienti” della scuola: gli studenti. Tutti a giocare sulla pelle delle nuove generazioni.
Una scuola che,a ben guardare, sta morendo da anni e che, in realtà, non muore mai per la sua starordinria capacità di rigenerarsi nonostante le “terapie” che di tanto in tanto si tentano. Un’infezione che resiste agli antibiotici, un tumore che resiste alla chemioterapia. Una scuola che, nel male, ha sempre attivi meccanismi omeostatici che ne assicurano la continuità.
Una cattiva scuola che non è, però, incontrastabile. E lo sanno bene tanti insegnanti che tra le mille difficoltà del quotidiano cercano di limitarne i danni mettendosi sulle spalle il futuro di tanti ragazzi “stirati”.
Domando, quindi, ad Antonio cosa gli insegnanti net-futuristi (la cui opera ammiro) intendano fare per limitare l’effetto stiratura. Chiedo, cioè, se oltre la denuncia e nell’attesa che la scuola crolli (non crollerà, purtroppo; ve lo assicuro), si può, si vuole fare qualcosa … magari staccare la spina del ferro da stiro ….
Gianni, rispondo alla tua domanda in un mio prossimo post in cui lancerò il manifesto degli insegnanti sul mio blog. E’ un passo decisivo il manifesto. Non mi ci sarei dedicato tanto altrimenti.
Dammi qualche giorno perchè nei prossimi sarò piuttosto impegnato. Tra poco partirò e sto preparando tutto. Ma prima farò il post con il manifesto. Promesso.
a presitssimo!