Come forse a molti noto, a metà settembre (14 -16) si terrà a Reggio Emilia l’annuale conferenza della Società Italiana di e-learning.

Nuovo ed intrigante format partorito dal pensiero fervido e geniale di Tommaso Minerva.

Tra i diversi “oggetti” che danno corpo al mega evento ci sarà anche una sessione Barcamp, una  sessione che si differenzia dalle altre per il suo … spirito libero, il suo non seguire logiche che potremo chiamare “istituzionali”, il suo essere basato sulla rete e sui soggetti che la vivono. Quindi nessuna “valutazione” preventiva della “qualità scientifica” dei contributi, nessuna programmazione dei contenuti. Soprttutto qualcosa di diverso dal corpo principale della conferenza.

Il Barcamp che è stato chiesto di coordinare ad Antonio Fini ed a me è quello sulla scuola. La questione che ci siamo subito posti è stata come non fare una seconda conferenza in sedicesimo. Una questione non solo di forma ma anche di contenuto.

Scartata l’idea di fare una seconda vetrina di pratiche didattiche ci siamo buttati su una questione che con Antonio e tanti altri abbiamo affrontato, spesso con vivacità, in rete: una riflessione critica di tanti anni di didattica con le tecnologie a scuola, in classe e fuori.

Per essere chiari su ciò che intendiamo per “riflessione critica” abbiamo scritto un breve documento di indirizzo. Ecco le nostre elaborazioni che speriemo sufficientemente forti e controverse da attivare un confronto utile a Reggio Emilia.

Sono anni che le tecnologie digitali e di internet sono utilizzate a scopo didattico nella scuola. Gli usi didattici delle tecnologie sono anche oggetto di studi, ricerche, sperimentazioni universitarie e non.

Le scuole italiane oggi sono generalmente più informatizzate rispetto a 10 anni fa ed un numero sempre maggiore di insegnanti ha confidenza con le tecnologie e le usa nelle proprie attività di insegnamento.

In questi anni sono stati fatti anche significativi investimenti, soprattutto pubblici, in tecnologie didattiche ed in formazione per gli insegnanti.

La via tecnologica per la scuola non è, oggi, più un opzione ma un dato di fatto da cui non si può, e non è opportuno, prescindere.

La questione della didattica con le tecnologie, accanto alle indubbie luci, presenta tuttavia anche molte ombre. Le luci si riferiscono prevalentemente alla modernizzazione e all’arricchimento della strumentazione presente a scuola; le ombre riguardano l’impatto delle tecnologie sul reale miglioramento dell’insegnamento e dell’apprendimento, sul cosa si fa in classe (e oltre la classe) con le tecnologie. Altra zona d’ombra è la diffusione dell’uso quotidiano delle tecnologie che sembra essere ancora in realtà ancora patrimonio di pochi innovatori e pionieri in un contesto  di sostanziale indifferenza se non di opposizione da parte della generalità degli insegnanti.

Quali sono oggi le prospettive?

Dopo una prima fase sperimentale che potremo definire pionieristica,ricca di tanta generosità ed  entusiasmo e di non poca ingenuità, caratterizzata da un mix di risultati e  fallimenti, di volontariato e punte di elevata professionalità, è possibile pensare al consolidamento organico delle tecnologie nella didattica? Dopo una fase in cui le tecnologie sono state al centro delle nostre attenzioni è possibile  che le stesse diventino trasparenti fino a scomparire? E’ possibile che l’uso didattico delle tecnologie entri a far parte della normalità delle pratiche didattiche e ci si preoccupi di fare buona didattica e non di usare le tecnologie?

Da quando le tecnologie hanno iniziato a fare la loro comparsa nelle aule scolastiche abbiamo potuto assistere al lavoro di tanti “pionieri” alcuni dei quali favorevoli … “a prescindere”, altri dotati di eguale entusiasmo anche se accompagnato da maggiore senso critico.

Non pochi dei “pericoli” che il manipolo degli entusiasti-critici paventavano si sono materializzati. Tecnologie come fine e non come mezzo, utilizzo didattico non innovativo ma ripetitivo della didattica convenzionale, usi guidati da scarsa consapevolezza pedagogica e didattica, rischio di perdere il treno dell’innovazione del sistema educativo con l’arrivo delle tecnologie, innovazione più dichiarata che agita, innovazione tecnica non associata ad incremento di efficacia ……. Sono tutte problematiche che sono state spesso affrontate vivacemente e con grande partecipazione, più in rete attraverso blog e social network che nei luoghi “ufficiali” del dibattito teorico e della riflessione sulle pratiche.

Tutto ciò premesso, il tema che vogliamo porre al centro del Barcamp scuola in SIEL 2011 è la riconsiderazione critica delle pratiche di didattica con le tecnologie a scuola.

Alcune domande a cui si potrebbe tentare di dare una risposta:

  • Cosa ha funzionato?
  • Cosa non ha funzionato?
  • Le risorse (umane e finanziarie) allocate hanno prodotto un risultato adeguato?
  • La scuola e gli insegnanti accettano le tecnologie o vi resistono?
  • Le tecnologie hanno migliorato la scuola? Se si, in cosa? Se no, perché?
  • Quanto vicini o quanto lontani siamo dal dimenticarci delle tecnologie in sé e pensare solo alla didattica?
  • Quanta propaganda e quanta autenticità c’è nelle politiche per l’innovazione?  Le politiche di innovazione tramite le tecnologie sono efficaci?
  • In quali condizioni si lavora oggi con le tecnologie a scuola? Il contesto facilita oppure ostacola?
  • Le tecnologie a scuola sono ancora una questione aperta e/o controversa? Le tecnologie sono ancora sotto processo?

Insomma, di carne al fuoco ce ne sarebbe a sufficienza. Resta da vedere se ci saranno persone che avranno voglia di confrontarsi.

 

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Alcuni di questi temi sono già stati ogegtto di post in blog di colleghi che io ho raccolto in questo post qui di gennaio 2011

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