L’oggetto in questione è uno strumento innovativo (l’iPad non può essere definito diversamente, sia chiaro), ma l’utilizzo che ne viene proposto è quanto di più tradizionale, dal punto di vista della, didattica, si possa immaginare.
Le attività didattiche che vengono proposte sono focalizzate sulla memorizzazione di contenuti e sul totale controllo del processo da parte dell’insegnante. Il ruolo dello studente è solo apparentemente attivo (si prospetta un ruolo meccanicamente, non cognitivamente attivo) e le manipolazioni dei contenuti proposti attraverso quel tipo di attività sono finalizzate alla memorizzazione (in questa prospettiva, forse,quelle tecniche manifestano una loro efficienza), non di certo alla comprensione ed alla costruzione di senso.
Tentando, quindi, una risposta alla domanda iniziale.
Una regola del marketing è che il business si fa su prodotti maturi. Qui il prodotto maturo è il modello didattico per il quale lo strumento tecnico è pensato. Se l’industria proponesse strumento a supporto di modelli didattici innovativi, non venderebbe tanto quanto farebbe posizionandosi su modelli consolidati.
In questo modo le esigenze del business contribuiscono a cementare modelli tradizionali di didattica e producono spaccio abusivo ed illusione di innovazione come conseguenza dall’uso di strumenti innovativi.
In apertura ho definito “libretto di istruzioni” quel libro. Ho usato questa metafora in quanto il punto di partenza di ogni attività proposta non è mai un obiettivo o un problema di apprendimento, ma una o più delle funzionalità dello strumento. Quindi, dato lo strumento, ti dico cosa puoi fare.
Forse le risposte sagge sono quelle collaudate; come si è notato in altre occasioni non è il mezzo che migliora la didattica ma l’uso che l’insegnante ne può fare agendo in modo costruttivo, creativo, critico. Il libretto di istruzioni va benissimo per la lavabiancheria, per il processo di apprendimento ci dobbiamo impegnare un po’ di più.
E se il mercato ha deciso diversamente probabilmente dovremo resistere. 🙂
Mariaserena, in quanto a resistenza qua se ne trova più che in un ferro da stiro 🙂
e che te lo dico a fà?
Certo che si resiste, da qualunque posizione, anche da fuori-classe …
Soprattutto se si tratta di fuoriclasse 🙂