Di certo i 13 miliardi sottratti alla scuola in questi anni si fanno sentire. Di certo senza soldi freschi la scuola non cresce. Hai voglia di riforme “a costo zero”!
Ma quando i soldi arrivano, cosa succede? Vediamo un caso.
Più che basarmi su umori e/o su questioni di principio, raccolgo il punto di vista di due eccellenti insegnanti ed intellettuali (nel vero senso del termine) napoletani (il riferimento geografico ha un suo senso). Queste cose Cesare Moreno e Salvatore Pirrozzi le hanno scritte su Facebook.
Il contesto: i 15 milioni di euro stanziati col decreto- scuola per combattere la dispersione scolastica che vanno ad aggiungersi ai 50 milioni di euro piovuti in 4 regioni meridionali per la stessa destinazione. Sono soldi andati in gran parte (non ho dati) direttamente alle scuole e distribuiti quasi tutti (anche qui non ho dati, ma è così) all’interno delle scuole stesse. Quindi, a benefico di insegnanti. E’ così Cesare, Salvatore?
Soldi spesi in barba alla trasparenza ed all’efficacia. Scrive Cesare (Maestri di strada, per capirci, mica un famelico imprenditore):
… potremmo chiedere che dove sono attivati progetti per centinaia di migliaia di euro sia applicata la legge sulla trasparenza delle cariche pubbliche e avere i dati di reddito del personale delle scuole interessate? Dal 1988 ad oggi tra piani nazionali di lotta alla dispersione, POR e PON ed incentivi per le zone a rischio si sono spesi nell’Italia del sud centinaia di milioni di Euro. In alcuni settori la dispersione è aumentata ed è aumentato con certezza il numero di giovani NEET (che non sono né a scuola, nè al lavoro, né nella formazione) possiamo avere un bilancio di quanto ci è costato ogni giovane recuperato, e qualcuno sa spiegare perché aumenta il numero di quelli che non credono né nella scuola né nella formazione professionale?
Rilancia Salvatore (anch’egli glorioso Maestro di Strada):
… nessuno può andare contro il mercato elettorale di 1 milione di persone; la verità è che nessun trombone se la sente di andare a vedere quante centinaia e centinaia di euro sono andati al personale senza alcuna efficacia sui destinatari; la verità è che nessuno se ne fotte, altrimenti qualche cane direbbe: vogliamo discuterne? vogliamo parlare mettendo al centro la curiosità? ….. la verità è che se arrivassero altri soldi, in molte scuole, le scuole schiatterebbero, magari ci sarebbero docenti con un orario di 8, 9 ore al giorno di frontale (questa è una vergogna: vi ricordate lo scandalismo sulla proposta di allungare la giornata di lavoro? ma come facciamo, si diceva, tra compiti, studio, correzioni, preparazioni di lezioni a lavorare di più?) e ragazzi presi dal tourbillon di mille cose senza legami;
Al di là della questione “soldi”, Salvatore pone la questione cruciale: l’assenza di un pensiero che accompagni, giustifichi, la richiesta di soldi:
… la verità è che non c’è uno straccio di innovazione istituzionale della scuola, la costruzione di uno spazio di riflessione corale su quello che si fa; la verità è che diventare un professionista riflessivo fa paura, e non c’è aiuto a contenere questa paura degli adulti; la verità è che si interviene sui ragazzi solo se si interviene sugli adulti che devono aiutarli. La verità è che la demagogia meridionalista è così facile…il nord, il sud…ma quando andate a farvi fottere?
Si ritorna sulla questione “soldi” e le “anarchie feudali” che agiscono quando i soldi circolano …indisturbati:
La verità è che il flusso di soldi corre il rischio di far deflagrare quel po’ di scuola pubblica che c’è, se è vero che favorisce lo sviluppo di anarchie feudali, dove attraverso i soldi e questo sapere che si è naturalizzato di non rendere mai conto dei risultati se non attraverso l’addomesticamento delle carte, si sviluppano nuovi rapporti locali di potere. la verità è che un pensiero laico in cui si possa mettere al centro una visione disincantata dell’immenso problema educativo non è possibile
Non si tratta solo di “corruzione del denaro” , ma, anche di “corruzione del pensiero” o, maglio, la “prostituzione del pensiero”. Ce lo chiarisce ben bene Cesare:
C’è la corruzione del danaro, ma ancora peggiore è la corruzione del pensiero, usare argomenti giusti come armi improprie, appropriarsi della causa degli emarginati per mettersi in affari, agitare bandierine di squadra come se fossero vessilli nazionali. A volte, quando vedo dilagare la prostituzione del pensiero e della cultura mi viene da pensare che gli evasori scolastici forse potrebbero avere evitato una simile disgrazia, ma poi mi correggo subito: conoscendo a fondo troppi ‘dispersi’ so che sono proprio quelli che più facilmente seguono le ciniche agitazioni dei facinorosi della classe media. Non ci resta che sperare che chi ancora pensa sappia ribellarsi a questo dilagare della volgarità e del cinismo.
Un malcostume che ha ragioni profonde: nel pensiero o, meglio, nel non pensiero. Altro che soldi!
Dispersione in aumento per mancanza di soldi? Non pare sia davvero così. Cesare Moreno:
… Ma a chi legge solo i titoli e le prime righe di perentori giudizi resta l’idea che il povero sud sia maltrattato, ossia che se ci sono tanti dispersi nella scuola campana è colpa di chi a Roma non ha stanziato denari. Ci sono da fare critiche colossali ad un intero sistema di gestione del fiume di danaro che ha inondato molte scuole del sud con interventi che vengono chiamati straordinari per declassarli, ma che in realtà sono diventati ricca ed ordinaria preda di una congerie di figure intermediarie da almeno due decenni (fondi che continueranno almeno fino al duemila e venti).
Certamente un caso specifico, ma che pone drammatiche domande sul rapporto da problemi da risolvere e ruolo dei soldi. Anche dove i soldi non mancano, i risultati non si vedono.
Chiudo con l’amara chiosa finale di Cesare:
….. ma speriamo sempre che chi dovrebbe occuparsi dei propri giovani cittadini si accorga di questo scandalo invece di continuare a chiedere allo stato ulteriori fondi che verranno sprecati rispetto agli obiettivi ma ben utilizzati da tutti gli intermediari di cui persone come (… omissis mio; mi interessa il ragionamento, non la specifica persona) rappresentano i procacciatori d’affari
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