Kurt Lewin disse che nulla è più pratico di una buona teoria. Questo è certamente vero quando le teorie non si applicano ma si usano, e si usano bene.
Questa volta più che partire da una teoria per usarla, vorrei partire dalla pratica per trovare una buona teoria, una teoria estratta (dalla pratica) più che una teoria astratta.
L’occasione per questa operazione mi è stata data da una bella iniziativa che avuto modo di seguire lo scorso anno scolastico in un IC e sviluppatosi lungo l’intero anno.
Hanno partecipato 10 insegnanti di primaria. Prima la progettazione delle attività laboratoriali, poi la realizzazione con monitoraggio e supervisione da parte mia e documentazione da parte delle maestre e, a percorso concluso, riesame, riflessione e consolidamento.
Qui di seguito le caratteristiche, i punti di forza e i criteri di successo (cioè di realizzabilità) della didattica laboratoriale. Tutto estratto da una buona pratica.
Il valore della didattica laboratoriale
- E’ necessario avere un approccio didattico dinamico in quanto viene richiesto un adattamento continuo del lavoro per cogliere le opportunità di apprendimento che si creano;
- I bambini hanno in mano il proprio lavoro, se lo sento loro e non dell’insegnante;
- Sono le relazioni che si sviluppano tra i ragazzi che determinano le attività da svolgere;
- Si crea una consistente attivazione che può creare anche qualche problema di gestione perché non ci si sente del tutto preparati al nuovo modo di lavorare;
- E’ importante lavorare attraverso macro progetti che coinvolgono più insegnanti perché fanno sentire i bambini come parte della comunità avendo un ruolo in questa ;
- E’ necessario, come insegnanti, esporsi, scegliere, decidere;
- E’ un approccio che favorisce la condivisione tra alunni e tra insegnanti;
- I compiti autentici hanno potere motivatorio per gli alunni perché connettono la scuola con l’esterno, con le persone, con i problemi;
- E’ una didattica che mette nelle condizioni di lavorare per la competenza;
- Si crea una grande partecipazione spontanea anche da parte degli alunni non facili da coinvolgere;
- E’ una didattica che responsabilizza i bambini, li orienta allo scopo; sviluppa la capacità di organizzare il lavoro da loro stessi, lavorando anche in tempo extra scolastico;
- La classe trae beneficio sul piano delle relazioni;
- Si ha una continua generazione di idee;
- E’ una didattica che crea benessere per il bambino: motivazione, coinvolgimento, voglia di fare, di mettersi in gioco, di assumere responsabilità;
- Il modello ha stimolato l’utilizzo di un approccio per competenze anche all’interno di attività non direttamente collegate con il corso;
- L’approccio è come una macchina potente. Il corso ha ispirato.
Aree di attenzione
- Approccio complesso da gestire ma vale assolutamente la pena: bisogna continuare;
- Attenzione ai tempi: si corre il rischio di essere sopraffatti dalle tante cose che succedono;
- Sviluppando le attività si è portati ad aggiungere cose; i contenuti e le attività tendono ad aumentare di continuo;
- E’ necessario seguire lo sviluppo dell’apprendimento dei bambini più che il programma;
- Bisogna lavorare con calma, in tempi distesi;
- E’ necessario trovare il tempo per la riflessione con e tra gli alunni per favorire la sedimentazione;
- E’ fondamentale la condivisione con i colleghi; lavorare in modo diverso non trova sempre l’accordo e può essere un’occasione di incontro ma anche di scontro;
Le condizioni per il successo della didattica laboratoriale
- Essere una scelta condivisa a livello di Istituto e supportata dalla dirigenza con la condivisione e la suddivisione dei ruoli delle figure che vi intervengono;
- Poter operare in un arco di tempo lungo, annuale; concentrazione della formazione nella parte iniziale con supervisione in corso d’opera;
- Identificare una finalizzazione del lavoro che sia “reale” a cui destinare i prodotti delle attività didattiche.
L’attività è stata svolta dall’Istituto Comprensivo di Mussolente VI.
Ringrazio le maestre Lorena Brian, Katia Cortese, Romina Cusinato, Alessandra Faggion, Maria Rosaria Fucci, Carla Garzon, Claudia Benedetta Ferronato, Paola Maddalozzo, Miria Nichele, Maria Talamanca per la professionalità messa in questo lavoro e per avermi dato modo di partecipare a questa bella esperienza. Senza il convinto supporto della dirigente tutto questo non sarebbe stato possibile. Grazie, Laura Biancato.