matilde

Un commento della “solita” Matilde Sacchi nel mio post “Non si boccia più” merita un post a sè stante, tanto è chiaro e va alla vera ragione del non bocciare.

Matilde in sintesi, dice: non c’è alcuna intenzionalità pedagogica a muovere le (possibili) decisioni del Governo di eliminare le bocciature nel primo ciclo ma un becero calcolo economico: non si boccia perché costa troppo. E Matilde fa il conto della massaia, che ripropongo senza alcuna modifica (degli eventuali refusi se tu stessa responsabile, cara Matilde….)

Io credo che la pedagogia non c’entri nulla e che discuteremo su questa cosa pensandola da un punto di vista da educatori e insegnanti, punto di vista che ai legislatori non interessa minimamente ma che darà loro modo di prendere decisioni fingendo che siano per i ragazzi e invece per risparmiare denaro pubblico.

Probabilmente finirà come all’estero, ad esempio in UK: non si boccia nessuno perché, fatti i conti, un bambino a scuola dell’obbligo costa caro allo stato!
Figurati se in ogni scuola ci fossero cinque bocciati all’anno, uno per ciascuna interclasse dalla prima alla quinta (ma da noi non ci sono mai così tanti casi)… su dieci scuole sono già cinquanta bambini che dovrebbero non essere lì, ma che faranno sei anni invece di cinque, pensate a quante scuole ci sono in Italia… più di 20.000. Significa almeno 100.000 alunni delle elementari in eccesso ogni anno.
Se i conti li fai nel piccolo non sembra che sia così perché spalmi gli eccedenti in classi già esistenti, ma di fatto per ogni 25 ragazzini circa ti servono due insegnanti… se ne hai 100.000 pur mettendoli in classi già esistenti, ti servono comunque più insegnanti. Diventano quindi necessari libri, gratuiti pagati dallo stato, per un valore totale di 152€ a scuola per il campione preso in esame: a Torino, per esempio, le cedole librarie valgono per ciascun alunno 14,34€ in prima, 21,11€ in seconda, 29,69€ in terza, 39,96€ in quarta e 47,85€ in quinta, (senza contare i 7€ di religione) che per 20.000 scuole farebbe nel nostro caso 3.000.000€ di libri in più.
Insegnanti, strutture, aiuti psicologici, mense, libri... troppo costoso fermarlo finché ha bisogno di assistenza e di aiuto, troppo dannoso per l’economia della società dare più tempo ad alcuni bambini che sono in difficoltà.
Facciamoli proseguire più velocemente verso la porta, che abbiano capito o no, che abbiano imparato o no, che siano pronti o no per il passaggio successivo… la scusa è non creare traumi, fa niente se creiamo disagiati.
E poi quando la gente si accorgerà che i bambini in difficoltà non ce la fanno, diamo la colpa alle maestre che devono fare educazione all’empatia, educazione stradale, alimentare, informatica, educazione antibullismo, educazione achissaqualealtracosadicuilafamigliasenefrega, ma poi devono anche fare i percorsi personalizzati senza sostegno, senza psicologi, senza ore di compresenze perché le supplenze se le devono coprire da sole e cercare di far restare al passo il bambino nonbocciatonontraumatizzato che però non capisce dove siamo arrivati… comodo no?

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