Esiste l’apprendimento elettronico (e-learning)? No. Esiste (prima di tutto) l’apprendimento.
Sia che questo venga attivato e sostenuto con media “biologici” (i cari e vecchi insegnanti, in carne ed ossa), sia che si usino media digitali (le tecnologie dell’informazione e della comunicazione).
Sia che le attività vangano svolte in presenza che a distanza e che si verifichino in modo sincronico o a-sincronico.
Quando si fa formazione, il contesto è sempre lo stesso. Le problematiche sono sempre le stesse: come le persone apprendono, cosa è la conoscenza, come si promuovere lo sviluppo di conoscenza, come favorire il trasferimento degli apprendimenti realizzati in aula nei contesti di lavoro, come motivare le persone allo sviluppo professionale ed alla propria formazione.
In anni di attività professionale nella formazione, da quando esistono, anche con le tecnologie, ho maturato il convincimento che il così detto e-learning sia concepito quasi come un territorio in cui tutte queste tematiche non esistano, non valgano, un’area franca per le problematiche connesse con l’apprendimento ed un interesse, quasi esclusivo, per la tecnologia.
Se l’apprendimento elettronico (e-learning, come si usa chiamarlo) è davvero questo, non ci resta che concludere che, quando usiamo le tecnologie, ci troviamo di fronte ad una modalità formativa anomala e che questa anomalia va nella direzione di una modalità di seconda serie.
La letteratura internazionale è ricca di casi in cui si l’e-learning viene valutato in un range che va dal deludente al fallimentare.
Anche la mia esperienza diretta conferma queste conclusioni.